REGGIO EMILIA – Centrodestra ancora all’attacco del procuratore capo Marco Mescolini. Oggi Fratelli d’Italia ha schierato contro il magistrato l’ex presidente del Consiglio comunale di Parma, Giovanni Paolo Bernini, che è un po’ il simbolo dell’accanimento “di parte” di Mescolini.
Esponente di Forza Italia, Bernini nel maxi processo Aemilia scelse il rito abbreviato. Secondo la Dda, aveva promesso denaro a Romolo Villirillo in cambio di voti alle elezioni amministrative del 2007. Venne assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre quella di voto di scambio politico-mafioso fu derubricata in corruzione elettorale. Mescolini chiese per lui una condanna a sei anni. Fu prosciolto nel 2016 per prescrizione del reato. Da allora, sostiene di essere stato vittima di un crimine giudiziario e a Reggio Emilia ha ripetuto accuse che aveva già lanciato più volte negli ultimi 4 anni.
Ad esempio? Nel 2012, durante le indagini di Aemilia, in piena campagna elettorale a Parma i carabinieri intercettarono una conversazione tra due membri della comunità calabrese che mostravano l’intenzione di voler dirottare i voti verso un loro concittadino in lista col candidato sindaco del Pd Bernazzoli, ipotizzando in cambio un pagamento in denaro. “Mescolini mi deve dire perché queste persone non sono state sentite, indagate, arrestate”, ha detto.
In realtà, l’episodio non è stato ignorato ma è ricostruito nell’ordinanza del gip del gennaio 2015. Accanto a Bernini, il portavoce cittadino di Fratelli d’Italia Marco Eboli, che ha ribadito la richiesta di dimissioni del procuratore Mescolini: “A lui chiedo un supplemento di esame di coscienza”, ha detto Eboli.
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