CORREGGIO (Reggio Emilia) – “Casa Claudia” ha preso forma. La struttura di via Mandriolo Superiore a Correggio potrà finalmente accogliere cinque persone con disabilità, favorendone così un percorso di autonomia e crescita. Il progetto, che porta il nome di Claudia Guidetti, presidente locale di Anfass scomparsa un anno fa, è diventato realtà grazie alla collaborazione tra Comune, Regione, Fondazione “Dopo di noi”, Fondazione Manodori e alle donazioni di famiglie e privati cittadini.
“La casa è stata intitolata e dedicata a Claudia Guidetti la persona che ci ha più spronato a realizzare questo progetto e a concretizzarlo partendo da un sogno. E’ stata una donna che ha lavorato per tutta la vita per tutelare i diritti delle persone disabili, ma in generale i diritti delle persone che hanno delle fragilità”, spiega il sindaco di Correggio Ilenia Malavasi. “L’amministrazione ha messo a disposizione il terreno su cui poi è nata oggi questa bellissima casa. Abbiamo votato in Consiglio comunale il comodato gratuito per 33 anni, quindi un diritto di superficie che ha permesso di abbattere i costi di un possibile acquisto”.
L’immobile ha un valore di oltre 550mila euro e nel dicembre 2019 è stata posata la prima pietra. “Oggi è un grandissimo giorno, un giorno di festa. Si taglia il nastro inisieme a tutte le persone che ci hanno voluto bene in questi 14 anni da quando ci siamo costituiti. Abbiamo ricevuto tantissimi contributi e in molti ci hanno detto di andare avanti e che sarebbero stati con noi”, sottolinea Sergio Calzari, presidente della Fondazione Dopo di noi.
La parola “futuro” preoccupa le famiglie delle persone con disabilità. L’incertezza di un domani senza il giusto supporto fa paura: “Noi abbiamo necessità di sostenere tutto quello che sta alla voce ‘inserimento sociale’, ‘welfare’, ‘sostegno di servizi’ per le persone ma soprattutto per le loro famiglie – le parole del presidente della Regione Stefano Bonaccini – Credo che questi siano gli esempi più virtuosi e migliori di come una comunità ed un Comune, insieme a tutto il sistema del terzo settore ed alla Regione Emilia-Romagna, possa garantire e contribuire standard e alti livelli di qualità per chi altrimenti non avrebbe niente o avrebbe molto poco”.
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