REGGIO EMILIA – L’infrastruttura, attesa da tempo, è quella chiamata a sgravare il traffico su un tratto di via Emilia. I lavori per estendere la tangenziale nord dalla frazione di San Prospero Strinati a quella di Cella sono cominciati nel luglio di un anno fa. Il tracciato, che scorre a nord della ferrovia, sul suo tragitto, a Roncocesi, va a lambire il campo nomadi che ospita oltre cinquanta famiglie. Si trova alla fine di via Ancini, su un terreno parte del quale è stato espropriato per realizzare l’infrastruttura.
La recinzione che delimita il perimetro del cantiere è stata posizionata qualche metro più a nord rispetto al disegno sulle carte del progetto, lasciando al loro posto sette moduli abitativi situati sull’area diventata proprietà di Anas. Sette bungalow per i quali era previsto il trasloco in un terreno distante qualche decina di metri, su un quadrilatero che appartiene alla Diocesi, che è proprietaria di tutta la superficie del campo nomadi. L’allestimento dell’area necessaria alla delocalizzazione non è però arrivato in tempo. I lavori, che avrebbero dovuto terminare in settembre, non sono ancora cominciati. I mezzi per il movimento terra quasi hanno dovuto fare lo slalom tra i prefabbricati, in prossimità dei quali sono stati applicati dei pannelli di contenimento lungo la parete dello scavo.
Parlando coi residenti emerge la loro gratitudine nei confronti del Comune che ha investito 650mila euro per riqualificare il loro campo. La preoccupazione è però per le attuali condizioni di sicurezza.
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