REGGIO EMILIA – Il protocollo della Federcalcio per la ripresa del calcio dilettantistico e giovanile rischia di complicare, invece che favorire, la ripresa del mondo del pallone e il ritorno a piccoli passi verso la quotidiana normalità anche nello sport. Sempre, ovviamente, non distogliendo mai lo sguardo dal garantire la sicurezza.
“Il presupposto iniziale – il commento dell’ex presidente della Lega Calcio di Serie D, William Punghellini – è che bisogna fare tutto ciò che serve per contenere e limitare il virus”. Sono tantissime le società di tutta italia che hanno annunciato di alzare bandiera bianca al cospetto di così ferree normative. E non partire con l’attività ha un risvolto sociale non indifferente, perché significa per tante piccole realtà perdere veri e propri punti di riferimento per la crescita dei giovani.
“E’un protocollo fatto da persone che non sano nulla del mondo del calcio dilettanti – ha aggiunto Punghellini – E’ inapplicabile e la colpa è anche della Lega Nazionale Dilettanti, che non ha capito di dover aprire un tavolo di trattativa con Governo e autorità sanitarie”. Costi delle procedure altissimi e responsabilità pesantissime per i legali rappresentanti rischiano di essere una spada di Damocle per il mondo del calcio: “Non si possono scaricare tutte le responsabilità civili, penali ed economiche sulle spalle dei presidenti”, ha concluso Punghellini.
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