CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – Non è soltanto cronaca della strada, ma questa volta è una storia di immigrazione e solitudine. All’obitorio di Coviolo c’è il corpo di un ragazzo di appena 22 anni. Si chiamava Mohammod Kuddus, originario del Bangladesh, formalmente residente nel Napoletano ma in Italia senza fissa dimora. Ed è tutto ciò che sappiamo di lui. Dove andasse a piedi di notte, sul rettilineo buio che porta da Cadelbosco Sotto a Santa Vittoria di Gualtieri non lo sappiamo. Come fosse arrivato qui, e per quale ragione, nemmeno.
In queste ore i carabinieri di Poviglio, che sono intervenuti per i rilievi, stanno cercando di contattare i famigliari. Anche la cronaca in questa storia è spietata. Secondo la ricostruzione dei militari, intorno alle 23.45 il ragazzo camminava sul ciglio della strada ed è stato investito da una prima auto, il conducente però non si è fermato a soccorrerlo. Forse il giovane si poteva salvare. Invece, è rimasto lì inerme sull’asfalto e altre vetture nel buio lo hanno urtato. Finché qualcuno si è accorto di lui. Ma quando sono arrivati i sanitari inviati dal 118, era troppo tardi. Il giorno dopo, sulla statale solo i segni inequivocabili di un incidente grave.
Il conducente della prima auto che ha investito il giovane qualche ora dopo si è presentato spontaneamente in un comando dei carabinieri nel Bolognese, dove risiede. Potrebbe essere accusato di omissione di soccorso e omicidio stradale. La salma del giovane è a disposizione della procura che ha aperto un’inchiesta.
Qualche ora prima dell’incidente Kuddus era stato fermato in un supermercato del paese, probabilmente senza soldi cercava da mangiare. Portato in caserma, era poi stato subito rilasciato. Nessuno, però, lo conosceva in zona. I residenti, sconvolti, si interrogano sulla pericolosità della strada.
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