REGGIO EMILIA – Per 10 anni la madre è stata il suo bersaglio, verbale e fisico. La persona contro la quale sfogare la propria indole violenta, contro la quale scagliarsi. Un uomo di 42 anni, dopo le indagini dei carabinieri, è stato denunciato dalla procura per maltrattamenti e atti persecutori: dovrà rimanere ad almeno un chilometro di distanza dalla donna e dai luoghi che la 60enne frequenta, non potrà comunicare con lei e dovrà anche indossare il braccialetto elettronico.
Un divieto di avvicinamento frutto degli accertamenti dei militari e del soffertissimo racconto della signora, che ha riferito di un decennio da incubo vissuto per mano del figlio. L’uomo, nonostante lavorasse, avanzava continue richieste di denaro condite da botte e terribili minacce. Era arrivato a inviare alla madre fino a 25 messaggi minatori in un unico pomeriggio. “Vattene di qua, ti ammazzo, non farti vedere perché ti riempio di botte”, le diceva. Uno degli episodi più gravi era accaduto la scorsa vigilia di Natale: aveva sferrato un pugno alla donna talmente forte da farla cadere per terra. Il fatto che a volte il padre si fosse messo in mezzo non era bastato a farlo desistere.
Stessa misura, il divieto di avvicinamento mantenendo una distanza di almeno un chilometro, è stata presa dal tribunale nei confronti di un 36enne denunciato dai carabinieri di Scandiano. Ossessionato da una gelosia criminale, picchiava e offendeva la compagna che è stata costretta ad abbandonare quella che era casa sua e che si è rivolta ai carabinieri: spessissimo erano schiaffi, pugni e capelli tirati. L’uomo era arrivato a minacciarla di morte brandendo un coltello e anche una katana.













