SAN POLO D’ENZA (Reggio Emilia) – “Un albanese lo pieghi quanto puoi piegare una montagna”, recita un vecchio proverbio del Paese balcanico. Gentjan Kurti, 42 anni, da molto tempo residente a San Polo d’Enza, è un uomo forte, sta affrontando la tragedia della morte della figlia con grande tempra e dignità.
Lo incontriamo nella sua abitazione, dove si sono riuniti parenti e amici per dare conforto alla famiglia. La sua Leila, 6 anni, è morta all’ospedale Maggiore di Bologna dove era stata ricoverata in condizioni disperate lo scorso 14 giugno a seguito di un incidente stradale avvenuto lungo la tangenziale del capoluogo emiliano. A bordo dell’auto guidata dal padre c’erano lei e la sorellina di 4 anni: insieme stavano andando all’aeroporto Marconi per volare a Tirana. La madre era rimasta, invece, in Val d’Enza per impegni di lavoro. “Chiedo giustizia – dice il padre della bambina – non si può travolgere un’auto così come è accaduto”.
La famiglia Kurti è molto conosciuta in Val d’Enza. Gentjan gestisce un’avviatissima area di servizio appena fuori San Polo; inoltre, in passato è stato consigliere comunale con una lista civica. Il suo impegno politico è poi proseguito all’interno di Fratelli d’Italia. La moglie Manjola lavora come cuoca in un ristorante del posto. La coppia nel 2014 aveva perso un altro figlio, di 5 anni, nato con gravi problemi di salute.
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