REGGIO EMILIA – Da una parte Fratelli d’Italia e Forza Italia con interviste, dichiarazioni, interpellanze e interrogazioni parlamentari; dall’altra il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia. L’offensiva è duplice, la tesi è la stessa, già ascoltata molte volte: sui rapporti tra criminalità organizzata e politica si è indagato a destra, ma non a sinistra, ignorando volutamente gli elementi di prova, che pure c’erano.
Una decina di sentenze emesse da vari tribunali, comprese le due della Cassazione sul processo Aemilia, dicono il contrario. Continuare a rilanciare a distanza di anni un’affermazione smentita da sentenze definitive significa mettere sotto accusa i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia che hanno partecipato alle indagini sulla ‘ndrangheta nella nostra regione.
Chi sono? Intanto, coloro che le hanno coordinate: Roberto Alfonso, procuratore capo a Bologna dal 2009 al 2015, e il suo successore Giuseppe Amato, in carica dal 2016. Se si avanza il sospetto o si sostiene esplicitamente che le indagini sono state insabbiate, si muove in primo luogo un’accusa contro Alfonso e Amato, in quanto coordinatori della Dda. Sotto accusa finiscono inevitabilmente anche i magistrati che hanno rappresentato l’accusa in aula nei vari gradi di giudizio del processo Aemilia: due sostituti procuratori generali di Bologna, Umberto Palma e Nicola Proto (nell’appello del processo Aemilia di rito abbreviato) e ancora Walter Giovannini, Luciana Cicerchia e Lucia Musti, procuratore generale facente funzioni di Bologna (nell’appello del processo Aemilia celebrato con rito ordinario).
Nel mirino, però, c’è soprattutto Beatrice Ronchi. Figura esemplare di magistrato, protagonista dell’inchiesta Aemilia insieme a Marco Mescolini, in seguito la Ronchi ha condotto prima l’indagine Grimilde e poi l’indagine Perseverance. Tutti gli addetti ai lavori ne apprezzano la professionalità e le grandi capacità investigative. Chi hanno colpito le sue indagini? Con Perseverance, Ronchi ha messo sotto accusa i Sarcone, con Grimilde ha fatto luce sugli affari dei Grande Aracri a Brescello e ha portato alla sbarra Giuseppe Caruso, ex presidente del Consiglio comunale di Piacenza, di Fratelli d’Italia, poi condannato a 12 anni per associazione mafiosa. Da 10 anni a questa parte, c’è la firma di Beatrice Ronchi sotto tutte le inchieste per fatti di ‘ndrangheta nel nostro territorio. E’ lei la figura più esposta.
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