REGGIO EMILIA – Schiaffoni davanti al bar, il rivale trascinato in mezzo a via Dalmazia, con le auto costrette a fermarsi, e gettato nel Crostolo. Una aggressione immortalata in un video, girato da un testimone, divenuto subito virale, di telefono in telefono via Whatsapp. Protagonista dell’aggressione è Alfonso Mendicino, 44 anni, nome e volto noti alle cronache, lo stesso che su Facebook con il profilo Leone Mendi offendeva i reggiani dando loro dei “porci” e sottolineando che, senza l’arrivo dei cutresi a Reggio, i reggiani non avrebbero nemmeno avuto i bagni in casa.
Dopo aver passato un periodo in carcere per precedenti condanne Mendicino, che vive a Cavriago, da un paio d’anni è di nuovo un uomo libero, come conferma il suo avvocato, Mattia Fontanesi. Nel dicembre scorso è stato condannato in appello, nell’ambito del processo Aemilia, a 6 anni e 8 mesi di reclusione per estorsione, con uno sconto rispetto ai 7 anni e 6 mesi della condanna di primo grado perché è caduta l’aggravante del metodo mafioso.
Nel video lo si vede procedere sul marciapiede – nei pressi del Bar Dama – fino a raggiungere il rivale. “Di chi ho paura, io?”, ripete prima di stenderlo con tre schiaffi. Poi lo afferra e letteralmente lo trascina fino al lato opposto della carreggiata, e lo getta nel greto del Crostolo. Il tutto davanti a diversi testimoni. Nessuno è intervenuto, come confermano le immagini. Qualcuno dice “lascialo andare”, sempre in calabrese. Nulla più.
L’accaduto è stato segnalato ai carabinieri da una persona che vive nella zona. Nessuna querela da parte della persona colpita. Sono in corso accertamenti da parte dei militari della Compagnia di Reggio per valutare eventuali profili penali perseguibili d’ufficio, e per identificare le persone presenti, compresa la vittima. (dav.b.)
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