ALBINEA (Reggio Emilia) – Era il vino più amato dall’Imperatrice Sissi. Un vitigno antico e forte capace di resistere alle intemperie e di prosperare in pianura, ma anche in collina e dunque di aprirsi a tante possibili diverse declinazioni. L’occasione per scoprire il lambrusco e un territorio magico come quello della zona pedemontana tra il Secchia e l’Enza è la 58esima edizione della sagra dei Lambruschi e della Spergola, in programma fino a domenica sera ad Albinea. Un’occasione per raccontare la ricchezza e l’unicità del paesaggio, storicamente connotato dalla vite e dalla combinazione unica di fattori naturali e umani che ne hanno influenzato la crescita e la produzione
Venticinque lambruschi e 18 Spergole, tra cui la prima prodotta con metodo classico, quindi con le bollicine, saranno degustabili al tradizionale stand dei “Centolambruschi”, dove sommelier, enologi e vignaioli condurranno i visitatori a comprendere e assaporare le caratteristiche sensoriali dei vini, ma per i produttori ci saranno anche gli attesi concorsi, dove essi stessi saranno i giudici, con il lambrusco di Montericco, che nasce dalle colline albinetane a sfidare tutte le altre varietà modenesi e reggiane.
Abbiamo intervistato la sindaca Roberta Ibattici, la presidente della Pro Loco Antonella Incerti, il presidente di Ais Romeo Catellani e Paolo Tirelli, presidente della Cantina di Puiaello.
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