REGGIO EMILIA – Cinque anni fa, il 9 marzo 2020, iniziava il lockdown e la nostra città, come tutta Italia, venne sottoposta alle restrizioni per contenere il virus del Covid-19. “Non bisogna però abbassare la guardia per quello che può accadere in futuro certo questo non è il compito dei singoli cittadini ma è compito dei governi di chi si occupa di sanità perché possibili nuovi virus in agguato ci sono e quindi bisogna arrivare più preparati di come siamo arrivati al COVID-19“. A parlare è la professoressa Antonella Viola, immunologa e docente dell’Università di Padova, presente questa mattina al Teatro Valli nella rassegna ‘Finalmente Domenica’ de ‘I Teatri’ per presentare il libro ‘La Rivoluzione della Cura’.
Una tappa reggiana arrivata in una giornata significativa: dopo l’annuncio televisivo dell’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte, il 9 marzo di cinque anni fa iniziava il lockdown. La nostra provincia, come tutta l’Italia, venne sottoposta alle misure anticovid per contenere la diffusione del virus e cambiarono completamente le nostre abitudini: tutti chiusi in casa, vietati gli assembramenti. Si fermarono le fabbriche, furono annullati tutti gli eventi, vennero chiuse le scuole e la maggior parte delle attività. Le strade si svuotarono e le immagini di piazze e viali deserti divennero una costante in quel periodo.
Proprio Antonella Viola, tra le voci più ascoltate in quel periodo dai media nazionali, ricorda quei momenti. “È stato un periodo, come per tutti, un po’ spartiacque nel senso che c’era preoccupazione. Io ero estremamente preoccupata per quello che stava accadendo già da un po’ di tempo prima, c’era anche appunto una grande fiducia, almeno da parte mia, nella possibilità che la Scienza potesse trovare in tempi rapidi una soluzione. Bè questo è effettivamente poi quello che è accaduto”.
Cosa ci ha insegnato quel periodo? “Non c’è una risposta per tutta la collettività perché siamo diversi e abbiamo sensibilità diverse – ha concluso la professoressa Viola – Io penso che in generale ci abbia fatto capire che investire nella ricerca scientifica significa investire nel futuro investire nel domani. Poi magari io mi auguro che ci abbia insegnato anche il valore della conoscenza scientifica, cioè che è importante che i cittadini un po’ si interessino alla Scienza ed è il motivo per cui io faccio divulgazione scientifica”.
Immunologa Antonella Viola 5 anni fa le chiusure per il covid Convegno al Teatro Valli Nuova pandemia?













