REGGIO EMILIA – Temono un calo di vendite, dunque nuove saracinesche abbassate, per colpa di un cambiamento che, dicono, sposterà più lontano le porte d’accesso a via Emilia Santo Stefano e corso Garibaldi.
In un mese e mezzo hanno raccolto oltre duemila firme i negozianti della zona, al fine di cambiare la tabella di marcia marcia del Comune. A loro avviso, prima di estendere la Ztl, occorre potenziare i parcheggi e la mobilità alternativa, mezzi pubblici compresi. Lamentano anche il ritardo della riapertura del deposito biciclette di via Cecati.
Tra i firmatari diversi residenti che hanno paura di restare blindati all’interno dell’esagono. L’oggetto della discordia, in sintesi, consiste in quel corridoio lungo più di un chilometro, che dal 24 aprile, con l’introduzione della Ztl da via Porta Brennone a Porta a Castello, ha cambiato tragitto. E che è destinato a scomparire.
Un asse di attraversamento, con transito libero nel cuore della città, per i reggiani è la normalità. Visto da Parma o Modena diventa invece singolare, basta dare un’occhiata alle mappe col perimetro delle relative zone a traffico limitato. Modena ha una superficie sovrapponibile per dimensione a quella di Reggio, all’incirca di 1,5 chilometri quadrati. I varchi controllati dalle telecamere formano un’isola chiusa. Lo stesso succede a Parma, dove l’area sorvegliata è un po’ più ampia e comprende anche il quartiere Oltretorrente. La Ztl parmigiana ha però una caratteristica che la differenzia: è valida fino alle 19.30, con gli accessi liberi fino alle 7.30 del giorno dopo.
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