REGGIO EMILIA – E’ stato presentato in anteprima nazionale alla biblioteca Panizzi di Reggio Emila la nuova edizione del fotolibro ‘Un Paese’, edito da Einaudi, con testi dello scrittore Cesare Zavattini e foto dell’americano Paul Strand. Si tratta di un racconto della Luzzara degli anni ’50 dello scorso secolo: un paese che vuole combattere la miseria della vita attraverso gli aspetti invisibili della realtà quotidiana.
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Pubblicato per la prima volta nel 1955, ritorna nel catalogo Einaudi ‘Un Paese’, uno dei primi fotolibri italiani nato dalla collaborazione tra lo scrittore Cesare Zavattini e il fotografo americano Paul Strand. L’opera racconta in chiave neorealista le storie degli abitanti di Luzzara – paese natale di Zavattini – in particolar modo degli ultimi.
Il volume è stato presentato in anteprima nazionale alla biblioteca Panizzi di Reggio e sarà disponibile in tutte le migliori librerie e online. “E’ un testo che continua a parlare alla società contemporanea per la sua grande forza, la sua grande potenza evocativa. e quindi era giusto ed importante che un testo così fondamentale potesse essere riproposto al pubblico”, spiega Alberto Ferraboschi, responsabile della Panizzi. “Tuttora questo materiale può essere studiato, consultato, per capire fino in fondo sia il processo di costruzione, di realizzazione di questo volume, che fu il risultato di una gestazione impegnativa, complessa e molto interessante e al tempo stesso anche capirne la portata. Il punto focale del libro è la chiave di volta scelta e proposta da Zavattini che è la capacità di combinare due linguaggi”.
Le parole di Zavattini accompagnano gli scatti di Strand raccontando le abitudini, il lavoro e i gesti rituali che scandivano le giornate del piccolo paese della Bassa. “Il progetto inizialmente si chiamava ‘Italia mia’, dovevano essere città italiane, ma lui non aveva pensato a Luzzara – aggiunte Gualtieri De Santi, critico letterario – E’ stato Strand a dirgli ‘perché non lo facciamo su Luzzara?’, che è il tuo paese, almeno conosci le persone. Io mi metto in relazione con i miei concittadini, anzi sono loro che in un qualche modo entrano in me, quindi c’è come una sorta di approfondimento che è molto moderno”.
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