REGGIO EMILIA – I soggetti interessati a Vismara stanno speculando su un peggioramento della situazione dell’azienda, in modo da poterla acquisire con minore impegno economico: a scriverlo, nell’ultima relazione per il tribunale, è il presidente Lucio Ferrarini, che motiva così la decisione di presentare una proposta di concordato che non prevede l’apporto di capitali esterni.
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Niente acquirenti e niente partner: la nuova proposta di concordato preventivo che Vismara depositerà in Tribunale a Reggio entro i primi giorni di aprile prevede che l’azienda del gruppo Ferrarini stia in piedi da sola, senza l’apporto di capitali esterni. Lo scrive il presidente Lucio Ferrarini nell’ultima relazione periodica inviata al giudice delegato Niccolò Stanzani Maserati e al commissario giudiziale Franco Cadoppi. Dopo la defezione del gruppo Amadori, spiega il presidente di Vismara, “le attività volte all’individuazione di possibili partner industriali o finanziari non hanno portato al momento a manifestazioni di interesse concreto e circostanziato da parte di terzi”.
Secondi i vertici del gruppo Ferrarini e i loro consulenti, questa situazione non sarebbe casuale. La convinzione, messa nero su bianco, è “che ci sia una generalizzata tendenza alla speculazione su un peggioramento della situazione di Vismara che consenta di entrare con minore impegno economico e senza vincoli connessi ai livelli occupazionali e all’insediamento dell’impresa”. Da qui la decisione di presentare un piano, spiega sempre il presidente Lucio Ferrarini, “senza prevedere l’intervento di investitori esterni“.
L’andamento di Vismara è in chiaro miglioramento. Dicembre era andato meglio di novembre e gennaio è andato meglio di dicembre, con ricavi superiori ai 4 milioni di euro. Tanto che l’azienda non ha chiesto la proroga della cassa integrazione straordinaria, scaduta il 2 febbraio.
Ma l’assenza di potenziali acquirenti rischia di rendere la proposta di concordato ancora più amara per i creditori. La prima versione prevedeva, a fronte di 105 milioni di passivo, il rimborso di 35 milioni di debiti, di cui 25 derivanti dall’aumento di capitale di Amadori.