REGGIO EMILIA – Il 2,9% fra 6 anni, il 2,7 fra 7 e un altro 2,7% fra 8 anni: la nuova proposta di concordato depositata in tribunale da Vismara fa rimpiangere quella vecchia, che pure non prometteva certo grandi soddisfazioni ai creditori. Non c’è da meravigliarsi. Amadori avrebbe dovuto investire fino a 30 milioni di euro. Venuto meno l’impegno del gruppo romagnolo, non ci sono risorse esterne a sostegno della proposta concordataria.
Come fare, allora, a pagare almeno una parte dei 118 milioni di debiti e scongiurare il fallimento?
Il piano firmato dal presidente Lucio Ferrarini, elaborato dagli avvocati Sido Bonfatti e Sabrina Dazzi, prevede che i flussi di cassa generati dalla gestione ordinaria siano utilizzati per rimborsare al 100% i creditori in prededuzione e con prelazione. E i creditori chirografari, a partire dai fornitori, che vantano crediti per 84 milioni di euro? Il piano propone loro di accettare, in compensazione dei crediti che vantano, strumenti finanziari di partecipazione, cioè titoli in misura pari al 20% del credito ammesso al passivo.
Tra il 2026 e il 2028 l’azienda del gruppo Ferrarini verserebbe a questi creditori l’8,4%. Poi nel 2028, alla fine della durata del piano, Vismara riscatterebbe i titoli arrivando ad un versamento pari appunto al 20%.
Non è certo, tuttavia, che fra 8 anni l’azienda sia in grado di rimborsare questa quota dei debiti. In questo caso, il piano ipotizza che i creditori conservino gli strumenti finanziari di partecipazione per 15 anni, fino al 2035, percependo ogni anno un dividendo pari al 2,5% dei crediti vantati.
Sulla gestione Vismara vigila il commissario giudiziale Franco Cadoppi.
Se dal Tribunale arriverà disco verde al nuovo piano, seguiranno l’omologa e l’adunanza dei creditori.