REGGIO EMILIA – Le trappole che l’Ausl ha disseminato per la provincia catturano le zanzare che poi saranno analizzate: controlli a campione che hanno l’obiettivo di verificare se negli insetti è presente il virus responsabile della febbre West Nile per eventualmente far scattare le misure di contenimento. Le indagini sono svolte dall’istituto zooprofilattico sperimentale, che ha sede a Reggio Emilia.
Le zanzare ricercate sono quelle comuni, che compaiono la sera e di notte. Secondo la procedura indicata dalla Regione, le trappole vengono posizionate ogni quindici giorni, da maggio a settembre, in punti strategici in cui gli insetti possono proliferare: aree verdi con una concentrazione importante di ristagni di acqua. I dispositivi ricreano i meccanismi della respirazione umana, in particolare l’emissione dell’anidride carbonica. E’ la CO2 infatti ad attrarre le zanzare, poi convogliate in una rete da cui non possono più fuggire. Il mattino successivo i campioni vengono raccolti dal servizio veterinario dell’Ausl e inviati all’istituto zooprofilattico per l’analisi. Nel caso in cui venga individuato il virus, scattano i controlli sulle donazioni di sangue, organi e tessuti. Il virus non si trasmette da uomo a uomo, ma solo attraverso le punture delle zanzare.
Le azioni di disinfestazione sono previste in particolare, in accordo con i comuni, in occasione di eventi che si svolgono nei luoghi all’aperto e che richiamano molte persone. E’ sempre bene ricordare quali sono le semplici azioni quotidiane da mettere in atto come strumenti di protezione personale: evitare i ristagni d’acqua, utilizzare i prodotti larvicidi, applicare i repellenti sulle parti scoperte del corpo, vestirsi con colori chiari con le maniche lunghe. Per ridurre al minimo la presenza delle zanzare nelle case è bene utilizzare gli apparecchi elettroemanatori di insetticidi, ma sempre con le finestre aperte.
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