REGGIO EMILIA – Sono stati rinviati a giudizio insieme per violenza sessuale aggravata, ma seguiranno iter processuali diversi. Per due di loro il rito abbreviato che si traduce in un’udienza sulla scorta delle sole prove scaturite dall’indagine del pubblico ministero e, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena. Per un terzo, invece, è stato scelto il rito tradizionale, anche con eventuali testimonianze e una verità processuale chi si formerà nel dibattimento.
E’ quanto hanno chiesto i suoi difensori, Giulio Cesare Bonazzi e Simona Magnani, che spiegano il perché di questa scelta processualmente coraggiosa e che li vedrà davanti al Gup il 13 luglio. “Abbiamo deciso di scegliere il dibattimento perché vogliamo capire cosa davvero è successo quel giorno, in quella casa. Vogliamo capire soprattutto dalle parole della ragazza quel che è successo. Siamo convinti che un dibattimento, non solo le carte, possa dimostrare la verità. Siamo convinti – aggiungono – della nostra scelta e speriamo in un processo vero, in un tribunale vero e non in un processo mediatico”.
La storia risale al 28 gennaio quando una ragazza di 15 anni aveva denunciato di essere stata violentata in un’abitazione a Reggio nella mattina di sciopero scolastico. Una festa a base di alcol che era poi degenerata. La ragazzina aveva accusato dapprima uno dei tre, ma ora a essere accusato è tutto il gruppo con l’aggravante della minorata difesa dovuta allo stato di ebbrezza e all’età della vittima. In un primo momento solo il padrone di casa era stato arrestato e posto ai domiciliari.
Le complesse e delicate indagini che ne sono seguite e condotte dai carabinieri reggiani, hanno però convinto gli inquirenti che anche gli altri due presenti in casa avevano avuto un ruolo nella violenza e per il pm Alessandra Serra della Procura dei minori di Bologna, avevano raccontato il falso. Ad aggravare la loro posizione le molte contraddizioni e lo scambio di messaggi sui cellulari.
Di parere opposto l’avvocato Liborio Cataliotti, convinto della completa innocenza del proprio assistito, uno dei due accusati in seguito. Dopo aver letto gli atti, Cataliotti si dice certo della sua assoluzione. L’avvocato Giacomo Fornaciari rappresenta invece il ragazzino con la posizione più grave e che a sua volta ha scelto l’abbreviato. Udienze la cui data è ancora da fissare.
Leggi anche
violenza sessuale di gruppo Liborio Cataliotti Giulio Cesare Bonazzi tribunale dei minori di Bologna Giacomo Fornaciari avvocatoFestino a luci rosse a Reggio Emilia: rinviati a giudizio tre giovanissimi












