REGGIO EMILIA – E’ passata una settimana dalla presunta violenza sessuale ai danni di una 15enne: un compagno di classe coetaneo della ragazza è ai domiciliari, altri due sono indagati per la stessa ipotesi di reato.
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“Abbiamo collaborato, fornendo tutte le password: un’ultima chat con la presunta vittima può chiarire alcuni passaggi della giornata incriminata”. A parlare è Giuseppe Caldarola: è l’avvocato di uno dei tre ragazzini coinvolti nella vicenda del presunto stupro avvenuto ai danni di una coetanea compagna di classe. Parliamo dell’episodio di venerdì 28 gennaio, dell’idea di cinque compagni di classe – i tre ragazzi assieme a due ragazze – di non andare a scuola, della festa organizzata un paio di giorni prima nell’appartamento cittadino della mamma di uno di loro, e poi della presunta violenza e della denuncia da parte della 15enne.
Uno dei tre ragazzi è ai domiciliari, le indagini sugli altri due proseguono per concorso in violenza sessuale. La versione degli indagati è che si sia trattato di un rapporto consenziente. “Il mio cliente è sconcertato, ritiene che il suo comportamento non sia stata una violenza”, dice ancora l’avvocato Caldarola. Il quale ritiene che i messaggi che il suo assistito e la ragazza presunta vittima si siano scambiati via Instagram un paio di giorni dopo possano in qualche modo chiarire la posizione del suo cliente. Un dialogo avvenuto da lunedì a martedì, iniziato perché la 15enne non si era presentata a scuola. Mercoledì poi ai carabinieri il 15enne indagato ha parlato di questo scambio avvenuto dopo la presunta violenza, ha detto che non riguardava argomenti scolastici ma il fatto in sé e ha consegnato le password ai militari che ora stanno visionando il tutto.
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