REGGIO EMILIA – Due mesi fa, la denuncia, da parte di una ragazzina di 15 anni, di una violenza sessuale subita durante una mattina trascorsa con quattro compagi di classe determinava l’apertura di un’inchiesta. Oggi pomeriggio il principale indagato, tutt’ora ai domiciliari, è stato nuovamente interrogato. La giovanissima non è più tornata a scuola.
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“Stiamo lavorando per starle accanto e per non farle perdere l’anno di scuola”. Queste le parole di Andrea Davoli, avvocato della 15enne che due mesi fa ha raccontato di aver subìto violenza sessuali. Fatti, secondo la procura, compatibili con i risultati della visita medica cui la ragazzina si sottopose quello stesso giorno, il 28 gennaio. Tutto sarebbe accaduto durante una mattinata trascorsa fuori da scuola tra cinque compagni di classe, tre maschi e due femmine, a casa della mamma di uno di loro. Parecchio alcol e rapporti sessuali. Procura e carabinieri stanno cercando di stabilire se consenzienti o meno. I presunti accadimenti sono al vaglio della procura; da allora la 15enne non è più tornata in quella classe, e il legale, assieme alla famiglia, è in campo per trovare il percorso scolastico più adatto alla ragazza, “che vive ancora giornate in cui è molto scossa”, conclude l’avvocato.
Tutti e tre i maschi sono indagati. L’altra ragazzina invece era già tornata a casa sua quando i presunti fatti sono avvenuti. Nel pomeriggio il padrone di casa e principale indagato, tutt’ora ai domiciliari, è stato interrogato nella caserma dei carabinieri, alla luce anche della copia eseguita dagli inquirenti del contenuto del suo telefono cellulare. La stessa cosa è stata fatta col telefono degli altri due coetanei.
Al 15enne è stato chiesto di ribadire la sua versione dei fatti e gli è stata fatta qualche altra domanda. Il giovanissimo ha risposto a tutto. Nelle ore immediatamente successive alla mattina del 28 gennaio, gli inquirenti avevano riscontrato uno scambio di messaggi che, secondo l’accusa, dimostrerebbe la consapevolezza di aver messo in atto comportamenti illeciti, ma il ragazzino ha sempre detto di aver avuto con la compagna un rapporto consenziente. La 15enne quel giorno era stata soccorsa in strada dalla sorella maggiore che poi l’aveva accompagnata dai carabinieri e successivamente al pronto soccorso. Anche in questo caso erano stati i messaggi della sorella a metterla in agitazione: la ragazzina le chiedeva aiuto.












