REGGIO EMILIA – Interventi rivolti al mondo giovanile per diffondere la cultura del rispetto, con particolare attenzione alla violenza in rete. Progetti che agevolino azioni concrete anche in contesti specifici quali i consultori, gli spazi giovani, ma anche i luoghi di lavoro, per un tempestivo riconoscimento delle molestie sessuali. E ancora: azioni rivolte alle donne che vivono in fragilità, sostenendo la loro autonomia abitativa ed economica, e prevedendo, ad esempio, la sperimentazione del reddito di libertà.
Sono alcune delle aree di intervento previste dal nuovo Piano regionale contro la violenza di genere, recentemente approvato dal Consiglio regionale, che sarà presentato a Reggio il prossimo 20 gennaio dal Binario 49 di via Turri e trasmesso on line sulla pagina Facebook di Federico Amico. Un incontro promosso da Emilia Romagna Coraggiosa che sarà opportunità di confronto tra l’assessora regionale alle Pari opportunità Barbara Lori, il consigliere Federico Amico, presidente della Commissione regionale parità, Annalisa Rabitti assessora del Comune di Reggio Emilia, Silvia Iotti, presidente dell’associazione “Nondasola” che gestisce il centro antiviolenza della rete D.i.Re Casa delle donne di Reggio Emilia a cui sono legate quattro case rifugio.
Cosa è il Piano antiviolenza della Regione: i casi denunciati in Emilia Romagna
Il Piano antiviolenza è un provvedimento con cui la Regione punta a rafforzare il proprio impegno, individuando una serie di obiettivi strategici, azioni e indicatori di monitoraggio e valutazione. Per dare nuovi impulsi e favorire interventi capillari del territorio, sia sul fronte della prevenzione che della protezione, rispetto a un fenomeno in crescita come dimostrano anche i dati relativi ai mesi più difficili della pandemia, con 1.151 telefonate al numero verde antiviolenza 1522 tra marzo-ottobre 2020, quasi il 70% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in Emilia-Romagna. E una forte crescita anche dei primi contatti: da 289 registrati nel periodo marzo-giugno 2019 a 683 nel medesimo periodo del 2020 (+394 casi).
Un andamento confermato anche dai dati Istat a livello nazionale con un raddoppio delle chiamate al 1522: 15.128 nel 2020 rispetto alle 8.427 del 2019. E un aumento delle richieste di aiuto delle giovanissime fino a 24 anni di età (11,8% nel 2020 contro il 9,8% nel 2019) e delle donne con più di 55 anni (23,2% nel 2020; 18,9% nel 2019).
Viene rafforzata anche l’attività dell’Osservatorio regionale che alle attuali funzioni di studio e analisi, affiancherà quelle di monitoraggio dell’attività delle reti territoriali di prevenzione e contrasto del fenomeno.
Le risorse
Sul fronte delle risorse, si tratta di 2,6 milioni di euro per quest’anno di risorse nazionali cui si aggiungono 2,1 milioni di euro di finanziamenti regionali per il biennio 2020-2021.
Inoltre nel corso della seduta del 13 dicembre scorso, dedicata al contrasto della violenza di genere, su proposta consiliare condivisa dalla Giunta, si è arrivati all’inserimento nel bilancio di previsione dello stanziamento di 2 milioni di euro destinati alle Case rifugio (1 milione) e al reddito di libertà (1 milione) per le donne vittime di violenza, con la Regione che su quest’ultima misura quintuplica i fondi nazionali messi a disposizione dell’Emilia-Romagna.