REGGIO EMILIA – C’è un altro capitolo di disagi che riguarda i ritardi burocratici di questi giorni in tema di certificazioni di fine isolamenti e quarantene, ed è il capitolo dei controlli delle forze dell’ordine sulla base però di dati non aggiornati. Il tema lo lancia Gianluca Vinci, deputato di Fratelli d’Italia, servendosi della disavventura da lui stesso vissuta la scorsa notte.
“Sono stato buttato giù dal letto alle 3 dalla polizia, Gianluca Vinci risultava positivo, un fuggitivo da Reggio alla Puglia”.
Ricapitolando: il parlamentare e avvocato, positivo al Covid il 29 dicembre, ha finito l’isolamento per sopraggiunta negativizzazione il 10 gennaio. Nessun ritardo per l’ottenimento del green pass rafforzato e del certificato di fine isolamento inviatogli dall’Ausl, ma evidentemente è mancato il successivo aggiornamento della sua pratica. A Trani per lavoro, è stato segnalato per legge dall’albergatore alla questura pugliese, come tutti gli altri ospiti dell’hotel. Gli uffici sono in rete, e in questura a Reggio è arrivata in automatico la segnalazione di una persona positiva che stava violando l’isolamento, cosa per la quale scatta la denuncia penale.
La polizia reggiana ha inviato all’albergo i colleghi pugliesi. Lì Vinci ha spiegato di essere del tutto regolare, ma c’è voluto un po’ perché il Green Pass non fa fede, potrebbe essere un precedente passaporto verde mai disattivato. Ha mostrato il certificato dell’Ausl, che però non era obbligato ad avere con sé. Se non fosse riuscito a produrre i documenti, la cosa si sarebbe senz’altro risolta ma probabilmente dopo ore in commissariato.
Le forze dell’ordine hanno fatto unicamente il loro dovere, i controlli sono lo strumento principale per far rispettare la legge e le regole, ma il tema esiste. Vinci riferisce che ci siano ritardi di circa tre giorni nell’aggiornamento dei database: le questure agiscono a cascata dopo le segnalazioni da parte dell’Ausl. “Se vi sembra normale utilizzare le forze dell’ordine sulla base di database non aggiornati… per me poco male, ma penso a cittadini magari più impacciati nel produrre documenti”.











