VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – Dall’ultima volta che è stato utilizzato sono passati trent’anni, quando fece da alloggio temporaneo a gruppi di migranti fuggiti dall’Albania e arrivati in massa in Italia, nell’agosto del 1991. Vetrate infrante, terrazzi invasi dalla vegetazione. Si presenta oggi così la colonia di Pietracchetta, nel comune di Villa Minozzo, non lontano da Cervarolo.
Svuotata degli arredi, qualche sdrucito mobilio è rimasto. Materassi sul pavimento sono probabilmente il residuo di un giaciglio di fortuna ricavato da qualcuno. Al piano terra un tempo si trovavano la cucina, il refettorio e gli spazi per l’aggregazione. Costruita negli anni ’70, fino alla fine del decennio successivo, la struttura ha ospitato migliaia di bambini durante periodi di soggiorno in montagna. Nelle stesse mura la Figci svolgeva corsi rivolti a iscritti e simpatizzanti.
Pur trovandosi in un contesto paesaggisticamente suggestivo, di idee per un suo recupero al momento non ce ne sono. Una riqualificazione di questo scheletro di cemento armato dagli interni aggrediti dall’umidità, non rientra nei piani della Asp Reggio Emilia Città delle Persone che ne è proprietario, avendolo acquisito nell’ambito della fusione con Osea, l’Opera di servizi educativi e assistenziali, cui apparteneva.
A smuovere le acque ci prova il Comune di Villa Minozzo che è intenzionato a ottenere la disponibilità dell’immobile. Un primo incontro informale si terrà nelle prossime ore tra i sindaci Luca Vecchi e Elio Ivo Sassi, convinto, quest’ultimo, che la riscoperta dell’Appennino avvenuta in queste ultime due stagioni turistiche in epoca covid rappresentino un’opportunità. La quadra da trovare consiste in un passaggio di consegne che consenta all’amministrazione montana di poter partecipare a bandi regionali destinati all’assegnazione di risorse per la ristrutturazione di edifici pubblici.
Reggio Emilia degrado Villa Minozzo appennino reggiano Asp Reggio Emilia Città delle persone colonia di Pietracchetta