REGGIO EMILIA – ‘Ribaltone’ nelle indagini relative al drammatico incidente stradale di Villa Gaida del 30 ottobre 2022, nel quale morirono la 22enne Shane Hyseni, il suo figlioletto Matthias di un anno e mezzo e i suoi fratelli di 11 e 9 anni Resat e Rejana. Diversamente da un primo responso, l’ultima perizia ha stabilito che Orjol Lame, il compagno della donna e padre del piccolino che quella sera era alla guida dell’auto, è in grado di “partecipare coscientemente al processo” nonostante la sua situazione neurologica sia ancora precaria. Situazione che sei mesi fa, ad un primo esame da parte dell’incaricato del tribunale, aveva fatto dire che erano troppi i danni cerebrali che lui stesso aveva riportato nello schianto. C’era stata la decisione di eseguire una nuova perizia per verificare eventuali cambiamenti, e così è stato. Il perito nominato dal gip Andea Rat, Moreno Lusetti, ha quindi apprezzato un recupero funzionale che ha consentito “il ripristino della comprensione e del giudizio”, accogliendo in parte le richieste dell’avvocato Nicola Termanini che assiste la famiglie di Shane collaborando con lo Studio3A.
Grandissima la soddisfazione dei genitori delle tre vittime e nonni della quarta, che erano in aula. Ora quindi si attende che venga formulato il capo d’imputazione per dare il via al processo, capo d’imputazione che verosimilmente dovrebbe essere omicidio stradale plurimo. Occorrerà capire quali saranno precisamente le aggravanti contestate. Lame quella sera si schiantò contro una casa disabitata in via Newton. “Vedremo che cosa fare – dice Giuseppe Caldarola, l’avvocato di Lame, riferendosi all’eventualità della richiesta di rito abbreviato – Venendo in Italia ha dimostrato la volontà di non scappare dalle sue responsabilità”, aggiunge il legale. Orjol Lame, dopo la seconda perizia del 10 novembre, è tornato in Albania e lì rimarrà fino all’inizio del processo, visto che è stato stabilito come non sia pericoloso e non necessiti quindi di misure cautelari a suo carico.
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