REGGIO EMILIA – E’ in corso a Bologna l’udienza preliminare del processo sui mandanti della strage del 2 agosto 1980. Tra gli imputati c’è anche Paolo Bellini, la primula nera, accusato di essere uno degli esecutori materiali. Alla figura di Paolo Bellini ha dedicato il suo ultimo libro “L’uomo nero e le stragi. Dall’eccidio di Bologna alla trattativa con la mafia” il giornalista Giovanni Vignali, che Gabriele Franzini ha intervistato nell’ultima puntata di Decoder.
“La storia della nostra città ha prodotto anche altri fenomeni terroristici gravissimi – ha spiegato Vignali – Penso alle Br, ma su Bellini credo che finora non ci sia stata tantissima analisi da parte di quegli ambienti che lo hanno visto crescere, che lo hanno sottovalutato o forse coperto”.
Dodici anni dopo “La primula nera”, Vignali ha quindi dedicato un secondo volume al 67enne che ha alle spalle una storia oscura di estremista neofascista, di killer al soldo della ‘ndrangheta. Nel processo a Bologna Bellini è accusato di essere uno degli esecutori materiali, il quinto uomo insieme agli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (condannati in via definitiva) e con Gilberto Cavallini (condannato in primo grado). “Non vanno considerati i Nar come un gruppo che agiva autonomamente – ha aggiunto Vignali – ma c’era una sorta di alleanza delle sigle dell’eversione nera che, pagate da Gelli, avrebbero agito di concerto, e Bellini faceva parte di Avanguardia Nazionale”.
Bellini si è auto accusato di molti omicidi, tra cui quello del militante di Lotta Continua Alceste Campanile. Per la strage di Bologna si è dichiarato innocente: “E’ un personaggio molto scaltro, molto abile – ha detto Vignali – capace di giocare su più livelli – molto ambiguo e, sinora, ha gestito mirabilmente, dal punto di vista processuale, le imputazioni che gli venivano contestate perché non è che abbia ricevuto grandi condanne…”.
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