REGGIO EMILIA – La sentenza di primo grado, la cittadinanza onoraria di Novellara. E, finalmente, l’ultimo saluto. Le prossime settimane saranno estremamente simboliche nella vicenda che da due anni e mezzo tutta Italia conosce: l’uccisione di una ragazza pakistana di 18 anni, Saman Abbas, costretta a vivere due vite diverse: una tra le mura di casa, cui si era ribellata, e un’altra sui social, la sua finestra sul mondo.
La Corte d’Assise di Reggio in apertura dell’ultima udienza del processo, che appunto si avvia alla sua conclusione, ha comunicato che c’è il nulla osta per i funerali della ragazza. Il suo corpo è stato trovato il 18 novembre 2022 dopo che per un anno e mezzo era rimasto occultato sotto un metro e mezzo di terra in un casolare abbandonato a poche centinaia di metri da casa sua. Dal rinvenimento sono trascorsi molti mesi per le analisi medico-legali e per gli accertamenti sul terreno. Ora, Saman potrà trovare pace.
Saman, la Corte d’Assise di nuovo a Novellara a casa Abbas. VIDEO
Il sindaco di Novellara, che anche questa volta era in aula, ha confermato la piena disponibilità del Comune nell’organizzazione delle esequie. “Sarà il fratello a decidere le modalità – ha detto Elena Carletti – Il Comune è a disposizione e sosterrà le spese”. Novellara, quindi, si appresta a conferire alla ragazza la cittadinanza onoraria proprio nel periodo della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Intanto, dopo due intere giornate di udienza e le ultime domande in mattinata, è terminata la deposizione proprio del fratello di Saman. La procura dei minori di Bologna, visionati gli atti che aveva richiesto dopo che la Corte d’Assise di Reggio aveva dichiarato “indagabile” il ragazzo, ha deciso di archiviare la sua posizione.
Il pm Caterina Sallusti ha segnalato che nessuno degli altri parenti oggi imputati ha mai fatto cenno di un coinvolgimento del giovane nel delitto, così come non è mai stata evidenziata una sua condivisione del progetto criminale. Le telecamere, ha detto, non hanno mai ripreso il ragazzo in attività che possano essere collegate all’omicidio o allo scavo della buca in cui il corpo della sorella è stato posto, e ha poi parlato anche di un rapporto di sudditanza e paura che teneva legato il giovane, all’epoca 16enne, ai familiari. La presidente Cristina Beretti ha definito “atipico” il provvedimento della procura minorile, aggiungendo che la decisione non modifica le precedenti considerazioni della Corte.
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