REGGIO EMILIA – L’obiettivo è nobile: incentivare il commercio nei negozi fisici e combattere l’evasione fiscale. Ma la grande operazione messa in campo dal Governo con l’extra Cashback di Natale ha diverse falle.
Innanzitutto, per rendere possibile il rimborso previsto del 10% sugli acquisti bisogna svolgere una serie di operazioni non semplici per chi non è avvezzo alle tecnologie, come ad esempio gli anziani. Primo: occorre avere lo Spid (il Sistema Pubblico di Identità Digitale) che può essere richiesto sul sito www.spid.gov.it; poi, si deve scaricare IO, l’applicazione della pubblica amministrazione usata per avere il bonus vacanze, per intenderci; terzo: abilitare le proprie carte.
L’operazione è partita il 7 dicembre e, come spesso accade, il sistema è andato subito in tilt per il sovraccarico di richieste. Abbiamo provato anche noi e non siamo riusciti a concludere tutti i passaggi. Soltanto chi ha carte del circuito Nexi ha potuto aggirare il problema. Una volta superati gli ostacoli, per avere il rimborso promesso occorre eseguire almeno 10 operazioni con pagamenti elettronici entro fine anno. Il tetto massimo del rimborso è comunque di 150 euro. Sul piede di guerra molti commercianti, che pagano commissioni sulle transazioni elettroniche e un canone per il Pos, cosa che non avviene in altri Paesi.
“Occorre incentivare non solo i clienti, ma anche gli esercenti”, ha sottolineato Mauro Panizza, responsabile di Cna Commercio. Ancora più problematica, secondo i commercianti, è la cosiddetta “lotteria degli scontrini”: il gioco a premi ideato dallo Stato sempre per favorire i pagamenti con moneta elettronica e combattere l’evasione fiscale, che dovrebbe partire il primo gennaio. “Devono adeguare i registratori e sostenere altre spese”, ha aggiunto Panizza.
“Introdurre la lotteria degli scontrini in un contesto come l’attuale – ha spiegato il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia, Davide Massarini – è davvero un segnale di poca sensibilità da parte del Governo per le attività che, a lungo chiuse, in queste parentesi di riapertura debbono, insieme alle altre tante preoccupazioni, farsi carico di adeguamenti ai registratori di cassa con costi e complicazioni operative. Se davvero la volontà politica è quella di introdurre questo sistema, avrebbe avuto senso rinviare al 2022, in attesa che tanti di noi tornino almeno a vedere la luce in fondo al tunnel”.
Massarini ha poi aggiunto: “Va istituita una sede di monitoraggio della diffusione dei pagamenti digitali e dei loro costi e si rendono necessari, intanto, sia il potenziamento del credito d’imposta a valere sulle commissioni a carico degli esercenti per l’accettazione degli strumenti di moneta elettronica, sia il rinvio della lotteria degli scontrini per ritardi e costi di adeguamento dei registratori telematici. Crediamo, quindi, che la modernizzazione del sistema dei pagamenti del nostro Paese vada perseguita in un contesto di complementarietà tra l’uso delle banconote, i pagamenti elettronici e i servizi digitali”.
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