REGGIO EMILIA – Prove organizzative di avvicinamento e di avvicendamento per monsignor Giacomo Morandi, nominato lo scorso 10 gennaio da Papa Francesco vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, col titolo personale di arcivescovo.
Venerdì il successore di Massimo Camisasca sarà in città: una prima visita per iniziare a prendere contatto con la realtà e con i collaboratori reggiani. Per l’ingresso ufficiale passeranno ancora diverse settimane, ma comunque meno dei quasi tre mesi trascorsi, nel 2012, dalla nomina alla presa di possesso di Camisasca. L’ormai vescovo emerito di Reggio Emilia venne prima nominato e poi ordinato. Un passaggio del quale, per monsignor Morandi, non c’è bisogno visto che è arcivescovo dal 2017.
A fine febbraio o al massimo all’inizio di marzo, in tempo per l’inizio della quaresima, Morandi avrà preso possesso della diocesi. Prima, verrà comunque organizzato il saluto di Camisasca alla città: una messa solenne in cattedrale con la quale, restrizioni permettendo, si accomiaterà da Reggio Emilia e dai reggiani per poi tornare al suo Lago Maggiore.
Il 56enne modenese dal 2017 è segretario della Congregazione per la dottrina della Fede, e ricoprendo quel ruolo è salito alla ribalta delle cronache nazionali per pareri dottrinali apparentemente anche contradditori tra loro. Aveva, ad esempio, fatto pubblicare un responso dottrinale negativo relativamente alla benedizione alle coppie gay. Nel dicembre 2020, nella “nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid”, tra i vari punti c’è stato quello in cui la Congregazione da lui guidata ha stabilito come “moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione” qualora non siano disponibili vaccini eticamente ineccepibili.
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