REGGIO EMILIA – In un’epoca di distanziamento come questa, la comunicazione “di spessore”, anche attraverso la tecnologia, è più che mai importante. Su questo il vescovo Massimo Camisasca ha incentrato l’omelia di San Prospero, da tradizione il discorso alla città. “Viviamo pericolosamente in un momento in cui non esistono né passato né futuro – ha detto – ma solo l’istante presente”.
Un momento in cui a dominare è, per necessità, la distanza, e in cui la parola scritta quindi è più che mai relazione. Il vescovo ha scelto di incentrare l’omelia della messa sull’importanza del “leggere e dello scrivere bene nell’epoca di internet”, sulle fake news, sulla velocità di comunicazione che non deve, ha detto, diventare deserto. “Queste riflessioni si sono fatte più pressanti durante il confinamento dato dall’emergenza sanitaria – le parole di Camisasca – che ha visto numerosi ambiti ‘trasferirsi’ online. Tra questi, penso in modo particolare alla scuola. La crisi della parola è, al suo fondo, crisi dell’educazione”.
Monsignor Camisasca ha pronunciato queste parole durante il pontificale, la messa solenne delle 11 nella basilica intitolata al suo predecessore, il vescovo Prospero. Poco prima aveva benedetto la torre campanaria il cui restauro è finito di recente: un lavoro di due anni, un migliaio di reggiani che hanno contribuito, ma sempre a causa del periodo si è dovuto rinunciare a un’inaugurazione in grande stile. Del santo patrono, il vescovo Camisasca ha chiesto l’intervento, stavolta non in forma di nebbia contro il passaggio dei barbari ma in forma di aiuto contro la pandemia: “Sono certo che ci proteggerà ancora”.
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