REGGIO EMILIA – Il prefetto Cocciufa ha ufficialmente chiesto la presenza dell’esercito in zona stazione storica, ma i vertici militari in commissione parlamentare hanno espresso la volontà di ridurre l’impegno di uomini e mezzi nell’operazione “strade sicure”.
Il Comitato per l’ordine e la sicurezza ha condiviso l’iniziativa, caldeggiata dal nuovo sindaco Massari e che ha ottenuto il plauso di quasi tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione. Compatto nel giudizio positivo il centrodestra, con la Lega che ha invocato la primogenitura della proposta, mentre le uniche voci fuori dal caro sono state quelle di Paola Soragni di Movimento per Reggio e Rifondazione Comunista. A complicare tutto, però, c’è la posizione dei vertici dell’esercito, sempre più critici rispetto all’operazione che dal 2008 prevede di distaccare nelle città i militari con compiti di presidio del territorio.
Secondo il generale Carmine Masiello, capo di Stato maggiore dell’esercito, i militari impiegati, a oggi 6.800, sono decisamente troppi. Un contributo pesante – ha spiegato in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie – che rischia di compromettere i crescenti impegni richiesti alle forze armate italiane nei vari teatri di crisi internazionali.
Una posizione, quella dei vertici dell’esercito, espressa ufficialmente e in modo esplicito che obbligherà ora il Governo a riflettere seriamente su come proseguire l’operazione “strade sicure”. Ecco allora che, nonostante la Lega abbia sempre chiesto di incrementare il contingente impiegato, il numero dei militari destinati al presidio delle città potrebbe essere ridotto. Una decisione che, se assunta, metterebbe a rischio il via libera del ministero alla richiesta di Reggio.
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