REGGIO EMILIA – I sindacati Fiom Cgil e Uilm Uil hanno chiesto alla direzione del personale di Comer Industries un nuovo incontro, nel tentativo di scongiurare la chiusura dello stabilimento di Corte Tegge e il trasferimento di tutti i lavoratori a Reggiolo. L’obiettivo è “definire proposte che migliorino la competitività dello stabilimento di Cavriago, investendo in esso e valorizzando la sua specializzazione produttiva”, così da superare questa fase di stallo nei rapporti tra le parti. L’azienda verrà anche informata dell’esito dell’indagine effettuata tra i lavoratori dello stabilimento di Cavriago”.
Intanto 96 lavoratori di Cavriago hanno scritto una lettera aperta indirizzata a Matteo, Cristian e Marco Storchi. Ecco il testo.
A scrivere questa lettera è quel gruppo di lavoratori che tanto hanno contribuito negli anni a fare crescere la Comer di Cavriago e che ora dal giorno alla notte si ritrova con il futuro incerto e doloroso.
Dalla notizia del trasferimento si è infranta la serenità delle nostre famiglie e non dormiamo più la notte ormai da due settimane.
Prima di spiegare i motivi delle nostre preoccupazioni ci permetta di fare un piccolo passo indietro.
In questi anni dal management ci è stato insegnato che il valore fondante del nostro gruppo è sempre stato la persona che con le proprie competenze acquisite nel tempo, insieme all’attitudine a fare team, ha creato il marchio vincente di cui tutti siamo tanto orgogliosi.
Comer si è contraddistinta nel panorama del mercato globale in questi decenni come soggetto leader di innovazione con una spiccata propensione allo spirito di squadra, perché la preparazione non basta se non è condivisa, confrontata e migliorata all’interno di un gruppo.
E’ da questa premessa che vogliamo dirVi quanto questa comunicazione che abbiamo appreso ci ha gettato nello sconforto. Vi sembrerà retorica e ci dovete scusare, ma proprio perché noi che a Cavriago ci consideriamo una famiglia nella famiglia (150 persone che si conoscono quasi intimamente), tale è stata la nostra reazione: avere la percezione che la terra ti frani sotto i piedi, sentirsi sradicati dal nostro territorio e dalle nostre famiglie, una fine imminente.
Esagerazioni? No, tutti uniti abbiamo avuto questa impressione perché per noi Reggiolo è davvero troppo lontano, sia per la gente che è in età avanzata sia per i tanti genitori con figli piccoli che vedrebbero la loro gestione famigliare quotidiana compromessa.
Pronti via e le prime conseguenze del trasferimento sarebbero le dimissioni di parecchie persone impossibilitate a raggiungere il nuovo sito produttivo causa distanza e orari impossibili (pensiamo alla tanta gente che proviene dalla collina e alcuni dalla montagna). Persone che data la contingenza del mercato attuale avrebbero davvero poche possibilità di trovare una nuova occupazione.
Se saremo obbligati con la forza della legge, andremo a Reggiolo ma ci dimetteremo, qualcuno subito e qualcuno poco dopo. Faremo il sacrificio solo il tempo necessario di trovare una alternativa, sperando di trovarla.
Chi di noi ha figli si dimetterà. Chi di noi ha familiari non autosufficienti da assistere, si dimetterà. Chi viene dalla montagna, chi dovrà fare 60 chilometri, si dimetterà subito senza aspettare di arrivare a Reggiolo. Chi firma questa lettera, noi dipendenti storici della Comer, un po’ alla volta molleremo tutti, e l’azienda perderà la nostra professionalità e il nostro attaccamento aziendale.
Noi perderemo non solo un lavoro, una fonte di reddito, perderemo una passione, una comunità. Questo scenario ci terrorizza, e mette nel panico le nostre famiglie.
Noi siamo lavoratori che in questi anni non ci siamo mai sottratti a nulla, non ci siamo mai risparmiati di fronte a nessun richiamo che l’azienda di volta in volta ci ha chiesto, un nostro dovere certo, ma come insieme aziendale siamo sempre stati un modello e il fatturato in continua ascesa ogni anno lo ha dimostrato. Fatturato che potrebbe ancora aumentare visto gli imminenti investimenti pianificati e conosciuti da tutti, con i progetti delle linee nuove degli assali pronti per partire. Insomma per Cavriago stava cominciando una nuova fase propulsiva che avrebbe aumentato i volumi produttivi con scelte strategiche di cui tutti eravamo entusiasti, poi è arrivato lo tsunami Covid che, come tutto il gruppo, abbiamo affrontato con coraggio venendo in azienda fino alla fine, seppur con la paura di contagiarci.
Nelle email che il Presidente ci ha inviato per sostenerci in quel periodo drammatico era scritto “Avanzeremo mettendo come sempre al centro le persone”, presidente quelle persone siamo noi, ora smarrite più che mai.
Giustamente ci ha scritto il Presidente “ognuno di noi dovrà affrontare cambiamenti”, ma quello che ci chiedete non è un cambiamento, ma uno stravolgimento delle nostre vite. Ancora, “abbiamo bisogno di far parte di una comunità, abbiamo bisogno di altruismo”, ma ora tutti noi questi pensieri facciamo davvero tanta fatica a vederli nelle decisioni che stiamo subendo, e che non condividiamo.
La nostra reazione alla notizia è stata immediata, unanime e talmente forte solo perché legata a doppio filo a quella passione che ogni giorno mettiamo quando varchiamo l’azienda. Alcuni di noi hanno visto il trasferimento come di fatto la fine di una esperienza, per molti lunga una vita, di partecipazione nella Comer, perché questo sarà sicuramente
Sono giorni che scioperiamo, manifestiamo e (spero ce lo perdonerete) procuriamo qualche disagio all’azienda, ma, e questo deve essere chiaro, noi non siamo contro la Comer ma più che mai per la Comer ma a Cavriago.
Matteo Cristian Marco,
avremmo preferito essere ascoltati prima di questa scelta, e probabilmente questa brutta situazione in cui siamo, e in cui è la Comer non si sarebbe creata. Forse sbagliamo, ma ci sembra che per errore non sia stata abbastanza valutata la nostra condizione, la nostra vita, per ragioni che ancora non capiamo. Speriamo che teniate presente le nostre parole, sarebbe un vero gesto d’amore verso noi e verso la Comer.
Cordiali saluti, tutti i lavoratori della Comer di Cavriago.
Cavriago 23.06.2020