REGGIO EMILIA – Brillante in Supercoppa, più forte del Covid tanto da agganciare anche il terzo posto della classifica a dicembre. Ma poi, improvvisamente e inspiegabilmente, in casa Pallacanestro Reggiana si è spenta la luce. Definitivamente.
Dall’ultima gara dello scorso anno, il 26 dicembre contro Cantù, per i biancorossi è buio pesto: 7 sconfitte su 8 gare di campionato, tante perse proprio male; una qualificazione agli ottavi di Fiba Europe Cup che è solo fumo negli occhi perché gli avversari del girone si sono dimostrati veramente modesti con solo i greci dell’Iraklis all’altezza. Poi, le batoste in successione contro Virtus Bologna e ieri in Coppa Italia contro Milano, dove non sono state tanto le dimensioni della sconfitta a far scalpore, quando l’assoluta piattezza di spirito della squadra di Martino, a eccezione dei soliti noti, Candi e Baldi Rossi.
Dopo Sutton, sembra oramai scontata anche la rinuncia al deludente Bostic. La squadra che rivedremo alla ripresa del campionato il 28 febbraio avrà quindi un altro aspetto, come confermato anche dal dg Filippo Barozzi: “Benedetta questa pausa, che ci permetterà di lavorare tanto e presentarci in una veste rinnovata alla ripresa del campionato”.
Sulla panchina ci sarà ancora Antimo Martino, ma la sua posizione non è più solida come qualche tempo fa. E’ vero che le assenze di Johnson ed Elegar pesano, ma è altrettanto vero che i problemi di Reggio nascono già da prima e che il tecnico ex Fortitudo non sembra aver dato un filo logico a questa squadra. Non arrivassero alla svelta risultati in grado di ridare tranquillità all’ambiente, dopo aver di fatto cambiato e ricambiato la squadra, il prossimo a salutare sarebbe inevitabilmente l’allenatore.
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