REGGIO EMILIA – L’acqua che invadeva le golene, cancellava ogni confine, confondendo il letto del Po con la pianura. Uno scenario che allora fu definito amazzonico, tra campagne sommerse e case isolate e aziende finite sott’acqua. Era il 19 ottobre del 2000, la giornata più critica con il passaggio del colmo di quella che fu ribattezzata la piena del secolo. All’idrometro di Boretto il livello del grande fiume toccò i 9,06 metri, il più alto mai registrato. E le immagini dell’archivio di Telereggio riportano alla mente quei giorni di emergenza, di paura ma anche di solidarietà.
Nei giorni precedenti, le incessanti piogge in Piemonte avevano gonfiato i torrenti e spinto la piena verso valle. La macchina dei soccorsi si mise subito in moto, in prima linea gli amministratori locali: abitazioni evacuate, strade e ponti chiusi, lezioni sospese nelle scuole dei paesi della Bassa. Una corsa contro il tempo sperando e pregando che il grande fiume decidesse di fermarsi.
Questo che vi mostriamo, ad esempio, è il centro di Gualtieri: il Po era a pochi metri, fermato dall’argine maestro, che fu rinforzato. Perchè se si riuscì a limitare i danni fu anche grazie ai più di 3mila volontari che offrirono il loro aiuto: uomini e donne, giovani e meno giovani, fianco a fianco, arrivati da tutta la provincia, per spostare sacchi di sabbia a difesa dei paesi, da Boretto a Luzzara e dei loro abitanti, minacciati dall’acqua. Una prova imponente per le forze di soccorso e per la protezione civile.
Momenti impressi nella memoria collettiva che hanno consegnato un messaggio importante: la sicurezza si costruisce ogni giorno con la cura del territorio, le emergenze si superano con la collaborazione. Per continuare a vivere accanto al Po con rispetto, prudenza e fiducia.
Reggio Emilia Guastalla Brescello Boretto Gualtieri Luzzara anniversario fiume Po alluvione la piena del secolo