REGGIO EMILIA – Non un semplice allenatore. Julio Velasco è esperanto. E come la lingua creata alla fine del XIX secolo dal medico polacco Zamenhof, ha la capacità di favorire la comunicazione tra comparti diversi della società, rendendo alla fine dei conti l’interpretazione delle nostre stesse esistenze più immediata e soprattutto accessibile a tutti, grandi e piccoli, atleti e vicini della porta accanto.
L’incontro di ieri sera, in un teatro Valli gremito in ogni ordine e settore, ha toccato tantissimi temi. Intervistato da Iacopo Volpi, il tecnico della nazionale femminile di volley ha spaziato a 360 gradi intervallando brani della sua carriera, dagli inizi fino al successo al Mondiale di un mese fa, a pillole di filosofia e soprattutto psicologia a beneficio delle centinaia di ragazzi e ragazze seduti sul palco a pochi metri di distanza da lui e di quelli nelle prime file. “Noi allenatori dobbiamo aiutare affinché i giovani facciano le cose, non solo nello sport. Le ragazze soprattutto, non abbiano paura dell’errore, di sbagliare. L’errore è parte del processo di apprendimento”.
Dall’elogio per il gentil sesso, ai consigli ai ragazzi su come gestire il rapporto coi social, il guru argentino ha incantato i presenti con il suo classico modo di fare: mai sopra le righe, mai personaggio, sempre e comunque se stesso.
Poi, le perle: dal “Libro della Giungla” regalato ai suoi giocatori “perché Kipling, attraverso gli animali, criticava la società nella quale viveva”, all’excipit dedicato nuovamente alle nuove generazioni che “devono avere entusiasmo, perché hanno un sacco di possibilità. E’ giusto protestare per ciò che non ci sta bene, ma dobbiamo approfittare delle opportunità, con coraggio e ottimismo. Con ottimismo”.
Al termine, è un applauso fortissimo a salutare la fine del suo intervento, un applauso travestito d’abbraccio. Come, nel più classico dei tanghi argentini.
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