REGGIO EMILIA – Un assessore alla Sicurezza che va in giro per la città con la pistola in tasca. Una pistola da cui, al culmine di una lite, parte un colpo che uccide un uomo di 39 anni. Accade a Voghera, provincia di Pavia, e la vicenda di un amministratore pubblico che se ne va in piazza e al bar con il colpo in canna fa discutere. Di certo appare incomprensibile a Reggio, dove i membri della Giunta non girano armati. Il sindaco Luca Vecchi, peraltro, dice di non credere affatto al racconto dell’amministratore pavese, che dice che il colpo è partito in modo accidentale e parla di legittima difesa.
“Lì c’è stato un morto. Lì c’è stato un amministratore pubblico che ha deciso di sparare e di uccidere e questo non è compatibile con lo stato di diritto. C’è un tema di eccessiva diffusione delle armi, ma c’è anche un tema di cultura del diritto”.
Le armi detenute legalmente in Italia sono 1 milione e 300mila. Ne circolano parecchie anche a Reggio. L’anno scorso la Questura ha rilasciato o rinnovato oltre mille permessi di porto di fucile e più o meno altrettanti permessi d’armi.
Vecchi ha la delega alla sicurezza, come l’assessore di Voghera finito ai domiciliari. In che modo interpreta questa funzione?
“Non è il sindaco che governa l’ordine pubblico: è la Prefettura insieme alle forze dell’ordine. Il sindaco sta in relazione, costruisce le strategie, mette le risorse in un grande lavoro di squadra in cui lo Stato va in campo. Che è l’esatto contrario del fai da te con le pistole”.