REGGIO EMILIA – Realizzare un nuovo palazzetto dello sport avrebbe comportato un esborso di oltre 20 milioni. L’entità dell’investimento è stata la causa principale, ha detto il sindaco Vecchi a Decoder, della scelta di riqualificare il PalaBigi piuttosto che costruire un altro edificio. “La giunta Spaggiari, la giunta Delrio e la giunta del sottoscritto hanno analizzato le cose ritenendo che non fosse possibile; nessun Comune è in quelle condizioni”.
Sul palazzetto di via Guasco, datato 1968, si è proceduto in due momenti: prima l’ampliamento da 3.500 a 4.600 posti, adesso i lavori più strutturali di controsoffittatura e pavimentazione. Lavori che hanno incrociato la pandemia e i rincari delle materie prime, ha detto il sindaco, aggiungendo che è un successo essere in ritardo di qualche mese. Lavori che hanno indirettamente incrociato anche una pagina di storia sportiva della città, esaltante ma fine a se stessa: la promozione in serie A del Conad Volley Tricolore. Il PalaBigi è più basso di 60 centimetri per essere a norma con i requisiti della lega volley, e la pallavolo rimarrà in A2.
“La lega ha detto no alla deroga. Avevamo proposto di accollarci le spese per giocare a Modena, la società in un secondo ha detto no: a Rubiera sì e a 15 minuti di macchina no. Prendo atto. Credo che la società abbia legittimamente pensato che i costi della Superlega fossero troppi”.
Vecchi ha anche risposto alle critiche mosse da Giuseppe Pagliani, assolto dalla Cassazione dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo Aemilia, rivolte al Comune, che assieme ad altri enti locali si è costituito parte civile nel processo. “E’ stata una scelta di legalità fatta sin da subito non ad personam e che non ha nulla a che vedere con il colore politico”.
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