SCANDIANO (Reggio Emilia) – Domani alle 12.45, al posto di Tg Reggio andrà in onda una lunga intervista allo scultore reggiano Vasco Montecchi. Ecco un’anticipazione.
“Ho un progetto in Brasile, a Rio de Janeiro, devo realizzare una scultura di 4 metri dedicata all’emigrante, ho fatto due bozzetti”. A marzo compirà 85 anni, ma ha ancora la voglia di fare e raccontare di un ragazzo. Nella sua casa-laboratorio di Scandiano ci si perde tra le sculture, i quadri e i bozzetti. A Castagneto di Baiso, invece, nella sua casa natale, ha sede un museo che esce dalle mura per attraversare parchi e strade. Un museo-diffuso inaugurato nel 2014. Insieme ai suoi collaboratori, Montecchi oggi sta catalogando tutte le sue opere per dar vita a una fondazione. Sarà intitolata alla moglie scomparsa. “Avrà il nome ‘Beggi Renza e Vasco Montecchi’. Lei mi ha sempre supportato e sopportato, lascerò tutto al Comune di Scandiano e a quello di Baiso”.
Dopo un’infanzia a Baiso, Montecchi è emigrato in Francia e in Svizzera, dove ha lavorato come carpentiere. “Vivevo nella baracche a Strasburgo e 40 anni dopo sono tornato con una mia personale alla sede del Parlamento europeo”. Tornato in Italia, si è avvicinato prima alla pittura, poi alla scultura: “Un professore e pittore, Luigi Ferretti di Casalgrande, mi disse ‘Perché non fai scultura, non vedi che nei tuoi dipinti c’è la scultura? Così, tramite invito andai a Carrara e lì lavorai per 40 anni”.
Capace di dar vita all’ostico marmo, Montecchi ha realizzato mostre in giro per il mondo: dalla sede del Parlamento europeo a Strasburgo al Giappone, passando per la Spagna e il Belgio. Nel 1999 ha vinto un concorso internazionale e il suo monumento a Piombino è stato inaugurato dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Nella nostra provincia ha dato vita alla scuola di scultura su marmo di Canossa. “Ne vado molto orgoglioso. E’ una mia creazione, non mi comporto come un professore, ma più come un padre…”.
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