REGGIO EMILIA – Lo sportello degli avvocati di strada è un significativo osservatorio della situazione di povertà in cui vivono centinaia di persone tra città e provincia. A fianco di immigrati sprovvisti del permesso di soggiorno, soprattutto dopo il Covid, anche parecchi italiani sono finiti ai margini della società, perdendo identità e diritti.
Delle 254 persone che si sono rivolte nel 2022 agli avvocati di strada, ben 103 erano senza residenza. Gente che dorme in macchina, in stazione, in qualche casolare abbandonato. Molti di loro trovavano riparo alle ex Reggiane prima che un’operazione di polizia sgombrasse l’area. Tra questi invisibili, ci sono parecchi italiani.
Non avere la residenza significa non poter cercare lavoro, non essere assegnati a un medico di base, rischiare fortemente l’allontanamento dei figli. Perché si arriva in quelle situazioni ? “I disagi sono tanti – spiega l’avvocato Nicola Gualdi – soprattutto da un punto di vista economico, ma non solo. In questo periodo, il disagio è aumentato molto”. I procedimenti penali non sono la maggioranza, anzi. Molti si rivolgono agli avvocati di strada perché hanno collezionato fogli di via, non sono in regola con l’Agenzia delle Entrate o, più semplicemente, non hanno pagato il ticket sui bus.
Lo sportello degli avvocati di strada non è finalizzato soltanto a un’assistenza legale per chi non può godere neppure del gratuito patrocinio, ma è un luogo di prima accoglienza.
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