REGGIO EMILIA – Di nuovo giovani vandali in azione nelle ultime settimane: procura e squadra mobile hanno infatti individuato in due ragazzi già noti alle forze dell’ordine i responsabili dell’atto violento di fine luglio ai Chiostri di San Pietro.
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Lo scorso 28 luglio avevano aggredito due persone. Perché? Perché questi due cittadini li avevano sorpresi a dare fuoco a della carta nei Chiostri di San Pietro e a disturbare i passanti, al solo scopo di provocare fastidio e passare il tempo. I ragazzi, un gruppetto di giovanissimi, avevano risposto all’invito a smetterla inveendo contro i due cittadini, e due di loro li avevano poi spinti violentemente a terra, strappandogli di mano i telefonini che stavano usando per riprendere l’azione vandalica. Poi il gruppo era fuggito e i due a terra erano stati soccorsi e medicati, riportando contusioni che hanno richiesto 6 giorni di prognosi per ognuno. Grazie alle immagini della videosorveglianza, dopo un mese di indagini della squadra mobile coordinata dalla procura, i due presunti responsabili sono stati arrestati: si tratta di un 19enne e di un 25enne, tutti e due residenti in città. Sono entrambi nomi noti alle forze dell’ordine, e alla questura in particolare. Farebbero parte del gruppo autoproclamatosi “casa base”, che è solito filmarsi e pubblicare video sui social network. Il più grande dei due ragazzi ha precedenti per rapina; il più giovane compariva, ad esempio, proprio nel video pubblicato su Tik Tok a fine gennaio, tra gli elementi che portarono la polizia, pochi giorni dopo, a formalizzare dieci denunce, a carico di altrettanti giovani minorenni o poco più che maggiorenni, per violenza privata e interruzione di pubblico servizio. La banda si riprendeva durante incursioni vandaliche in un supermercato e a bordo di un autobus, durante le quali spaventavano e molestavano il gestore del negozio e poi il conducente del mezzo, scagliando a terra cose come un cestino dell’immondizia, proferendo offese generalizzate ma in particolare nei confronti delle forze dell’ordine.
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