VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – Hanno vissuto momenti di paura due giovani scialpinisti reggiani travolti da una valanga e sepolti sotto la neve mentre stavano facendo una escursione sul Monte Cusna.
Fortunatamente, i due, originari di Montecchio e Scandiano, sono stati estratti vivi. In quattro, intorno alle 11, sono stati sorpresi dalla slavina, tre ragazzi e una ragazza di età tra i 25 e i 26 anni. Il gruppo si trovava a quota 1.759 metri, vicino all’ex seggiovia Pianelli nei pressi delle piste da sci, a Febbio. Secondo una prima ricostruzione, i giovani sono partiti da Monte Orsaro in una giornata, sul nostro Appennino, da allerta gialla per le valanghe. Nel momento del distacco della slavina, non erano lungo i percorsi e i sentieri segnalati. La neve ha investito e sommerso completamente due ragazzi. Gli altri due, il terzo escursionista e la ragazza, si sono ritrovati sepolti per metà e sono riusciti a liberarsi nel giro di pochi minuti per poi cercare e aiutare i compagni.
Un altro gruppo di scialpinisti che si trovava in zona ha assistito alla scena e ha dato immediatamente l’allarme. Sul posto sono arrivati i tecnici del Soccorso alpino, che si trovavano poco distanti. Anche grazie alla neve fresca caduta nelle ultime ore e non ancora ghiacciata, è stato possibile riportare in superficie i due escursionisti: erano ancora in vita, senza traumi ma in stato di ipotermia e sotto choc. Con il gatto delle nevi del Soccorso alpino i quattro sono stati accompagnati fino a Rescadore, la base degli impianti di risalita di Febbio, dove era presente un infermiere e l’ambulanza della Croce Verde di Villa Minozzo, con la quale i ragazzi sono stati portati al Sant’Anna di Castelnovo Monti.
Si tratta del secondo intervento in poche ore del Soccorso alpino nel nostro territorio dopo quello avvenuto nella serata di sabato sul Ventasso. Al Soccorso alpino regionale e a tutti coloro che sono intervenuti è andato il ringraziamento del presidente della Regione, Michele De Pascale: “Hanno evitato una tragedia sul Cusna, ringrazio loro e quanti partecipano ogni giorno a rendere più sicure le nostre montagne”.
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