REGGIO EMILIA– La terza dose o meglio la dose aggiuntiva del vaccino Covid destinata ai più fragili ma anche agli anziani. La campagna nel reggiano è già partita e per ora limitata ai più vulnerabili ma potrebbe essere allargata alla platea di chi ha necessità di maggiore protezione dal virus.
Recenti studi, che dovranno essere confermati, hanno stabilito che anche nei più piccoli, sotto i 12 anni, il vaccino si è rivelato un’arma valida per limitare il contagio. Ne è convinto il professor Andrea Cossarizza, immunologo, in prima linea dall’inizio della pandemia. “Se ci sono persone che per motivi legati ad uno stato di immunodeficienza o di terapia immunosoppressiva o ancora di terapia antineoplastica -spiega- e che rispondono male ad un vaccino, e già ce lo immaginavamo, hanno bisogno di fare una nuova dose per potenziare la risposta immunitaria”. Aggiunge poi l’immunologo “Quello che è stato visto e che la dose di vaccino mRNA nei bambini viene usata ad un terzo della posologia rispetto agli adulti e che in 4500 persone studiate fornisce una buona protezione, anzi ottima”.
Intanto con l’avvicinarsi della stagione invernale inizia anche la vaccinazione antinfluenzale che può essere sommata alla terza dose. “In linea di principio fare due vaccini insieme – precisa il professor Cossarizza – non comporta nessun tipo di carico per il sistema immunitario”.
Restano però molti, troppi coloro che non si vaccinano. Secondo l’esperto, che invita ad affidarsi alla scienza nella delicata scelta, il Green pass di fatto è l’anticamera dell’obbligo a vaccinarsi. “Alle persone che hanno paura chiederei di fidarsi della scienza, tutti noi siamo stati vaccinati e siamo ancora qua. Se ci vacciniamo tutti come accadrà, ritengo che di fatto il Green pass sia il primo passaggio verso l’obbligatorietà della vaccinazione, faremo fronte all’emergenza che non è finita. Ricordo – conclude l’immunologo – che nel 2020 ci sono stati 120mila morti”.
vaccinazione antinfluenzale vaccinazione covid-19 immunologo Andrea Cosarizza










