MODENA – In Emilia-Romagna il mese di marzo non sarà quello della svolta definitiva sul fronte della vaccinazione anti-Covid ma, stando ai dati diffusi dalla Regione, il cambio di passo ci sarà: arriveranno infatti nel giro di tre settimane 626mila dosi, più di quelle arrivate sin qui – 560mila, di cui 428mila già utilizzate. Numeri che sfatano, nel nostro territorio, il mito dei vaccini AstraZeneca rimasti in frigo: il siero inglese, la cui seconda dose viene iniettata dopo ben 12 settimane, in Provincia di Modena viene già utilizzato fino a esaurimento scorte, 1.100 i flaconi utilizzati su 1.700 disponibili, grazie al lavoro del medici di famiglia sugli insegnanti iniziato la scorsa settimana; molti dei 450 professionisti coinvolti hanno già chiesto nuove fiale, partita pure la campagna tra le forze dell’ordine cui seguiranno i docenti universitari. Il 76% delle dosi è dunque già stato iniettato, un altro 10% impegnato nelle prenotazioni, e un 14% tenuto a riserva per garantire le seconde dosi dei sieri a richiamo più breve, Pfizer e ModeRNA. E giovedì prossimo l’EMA approverà anche Johnson&Johnson, il primo vaccino a dose unica. Mentre intanto proseguono gli studi di efficacia dei diversi sieri contro le varianti che dilagano.
Parallelamente si lavora sul fronte delle cure. E’ di pochi giorni fa la raccomandazione di curare a casa i sintomi del Covid-19 con gli antinfiammatori, “più efficaci del paracetamolo”. E nell’attesa degli anticorpi mono e policlonali, subisce invece una ferma bocciatura l’uso del plasma iperimmune – giudicato “Futile” dalla Food & Drug Administration americana.
Vaccini covid, in Emilia Romagna a marzo sarà partenza seria. VIDEO
5 marzo 2021La Regione intanto assicura che non c’è “nessun ritardo nell’utilizzo delle dosi disponibili”. Intervista all’immunologo Unimore Cossarizza