REGGIO EMILIA – Le risposte dovranno pervenire entro il 19 marzo. Le aziende che fanno parte di Unindustria Reggio potranno comunicare all’associazione, entro quella data, la disponibilità di propri spazi in cui effettuare, eventualmente, le vaccinazioni per la popolazione qualora l’Ausl avesse bisogno di altri luoghi in cui somministrare il farmaco anti Covid.
Si tratta, per il momento, di una indagine puramente esplorativa che nulla ha a che vedere con la possibilità di sottoporre a vaccinazioni i dipendenti delle aziende stesse. Questo è un passo successivo: al momento, Confindustria Emilia Romagna, a differenza di quanto accaduto in Lombardia, non ha ancora avviato alcun tipo di iter in tal senso. La Regione Lombardia, dal canto suo, ha appena approvato un protocollo d’intesa insieme con Confindustria, Confapi e l’Anma, l’associazione dei medici competenti.
L’operazione “vaccinazione in azienda” ha alcune criticità da superare. Per cominciare, non tutti i vaccini possono essere somministrati in fabbrica: quelli che devono essere conservati a -70 o -80° C difficilmente possono essere utilizzati nei luoghi di lavoro. Inoltre, le piccole aziende non hanno un medico competente e andrebbe quindi definita una modalità per intervenire in aree industriali con presidi logistici ad hoc.
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