REGGIO EMILIA – Egidio Campari sorride tra il divertito e l’orgoglioso quando dice: “Non ho fatto un giorno di malattia”. Si può aver avuto una carriera come la sua, da farmacista da banco a direttore generale delle Farmacie comunali riunite. Si può essere stati il filo conduttore guida per i quattro sindaci e gli otto presidenti – l’attuale è Andrea Capelli – che negli anni si sono succeduti, ma da reggiano doc l’elemento che dà soddisfazione più degli altri è il non aver saltato un giorno, l’esserci sempre stato. La passione per il lavoro, in poche parole. Una passione condivisa. “Il primo giorno starò a casa, il secondo anche, poi sentirò se hanno bisogno… uno sguardo al magazzino lo do sempre”.
Dopo 45 anni da dipendente di cui 26 da direttore, dopo aver visto nascere e crescere il “suo” magazzino, che serve 750 clienti, Campari va in pensione. Un momento che è stato posticipato di un anno affinché la sua esperienza fondamentale fosse presente nell’anno contrassegnato dalla pandemia. Ora è il momento. Il successore sarà Carlo Bergamini, attuale vicedirettore.
“Dobbiamo essere sempre innovativi rispetto a un settore pubblico che per accezione viene considerato piuttosto fermo – continua Campari – Lo facciamo sempre, e cercheranno di farlo anche in futuro”.
Campari, 72 anni, è stato un pezzo di un’altra pagina del tutto peculiare di Reggio che ha fatto, e fa, scuola in Italia: la storia delle farmacie pubbliche di Prampoliniana fondazione. Era il 1900 quando veniva aperta l’attuale farmacia centrale. Le amministrazioni comunali negli anni hanno sempre deciso di non vendere, anche se un paio di volte ci si è andati vicini. Oggi la rete – 28 farmacie gestite direttamente e 11 in convenzione per conto di altri Comuni – movimenta un volume d’affari di 170 milioni all’anno: circa 9 vengono investiti nel Welfare. “Sicuramente siamo con orgoglio la farmacia comunale più antica d’Italia. Negli ultimi anni il modello di Fcr è stato preso ad esempio in tante altri città. Generare risorse per la collettività è sicuramente una cosa moderna“.
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