Servizio Tg Reggio
di Cristiana Boni
REGGIO EMILIA – Tre persone sono state arrestate nella notte su ordine del procuratore di Reggio Calogero Gaetano Paci per estorsione. Un provvedimento di fermo, quello eseguito dalla squadra mobile della Questura, scaturito dalla richiesta di aiuto di un imprenditore originario della Campania.
L’operazione ha coinvolto anche guardia di finanza e carabinieri, che contestualmente hanno perquisito tre indagati che sono stati identificati come i mandanti di usura ed estorsione: sotto sequestro computer e telefonini.
Otto in tutto per persone indagate a vario titolo per usura, estorsione aggravata ed emissione o rilascio di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti con l’obiettivo di evadere il fisco.
Le indagini hanno preso il via dopo le dichiarazioni di un imprenditore, che ha riferito agli inquirenti di essere stato inserito in un meccanismo criminale – già scoperto dalla Procura con l’operazione Minefield – e di aver subito diverse richieste di denaro, sia a carattere estorsivo sia usurario, da diversi soggetti. Le minacce più gravi gli sarebbero arrivate da un giovane calabrese, figlio di un condannato in via definitiva per associazione di stampo mafioso del processo Aemilia.
Gli inquirenti hanno documentato le richieste e i versamenti di denaro. In stato di fermo tre uomini di 41, 34 e 27 anni ritenuti gli esecutori materiali delle attività estorsive; ma a dare gli ordini sarebbero stati altri due soggetti, sempre di origine calabrese, già finiti in arresto nell’ambito dell’operazione Minefield
L’operazione della notte ha impegnato in tutto oltre 50 uomini e donne delle forze dell’ordine.
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