REGGIO EMILIA – La FA Costruzioni non è l’unica società immobiliare ad aver dichiarato guerra al Comune per la variante che, alla fine del 2018, ha riconvertito più di 2 milioni di metri quadrati di aree edificabili in aree agricole, scongiurando così la possibile realizzazione di 2mila nuovi appartamenti.
Il 7 luglio scorso un’iniziativa analoga è stata presa dalla Azzurra Costruzioni dell’imprenditore Salvatore Salerno, che ha presentato ricorso al Tar dell’Emilia Romagna contro la variante, chiedendo all’ente di piazza Prampolini 1 milione di euro di danni. Al centro del contenzioso ci sono aree di via Plauto, a Pieve, che fanno parte di un piano particolareggiato che risale al 2003. Una parte dell’intervento fu realizzata, il resto rimase sulla carta per effetto dello scoppio della bolla immobiliare.
Nel 2016 il diritto a costruire è decaduto e nel febbraio di quest’anno una variante specifica al Regolamento Urbanistico Edilizio ha cancellato il piano. Nelle settimane scorse, l’azienda di Salerno ha depositato al Tar la rinuncia alla richiesta di sospensiva della variante al Rue, ma il ricorso resta in piedi.
Salvatore Salerno, ingegnere, è stato ascoltato come teste nel processo Aemilia il 9 febbraio del 2017 a proposito di un incontro, proprio in via Plauto, nella sede della società Wordhouse dei fratelli Nicolino e Gianluigi Sarcone, a cui parteciparono anche Giuseppe Pagliani, Pasquale Brescia, Antonio Muto e Alfonso Paolini.
Al comparto di via Plauto fece riferimento il 10 ottobre 2017, nella sua deposizione nell’aula del processo Aemilia, il pentito Antonio Valerio. Questi non tirò in ballo Salerno, proprietario dell’area, ma sostenne genericamente che l’urbanizzazione di quei lotti a Pieve era stata viziata da “favoritismi” da parte dell’amministrazione comunale. Affermazioni che non hanno poi trovato riscontri: la richiesta di Salerno, nel 2009, di ampliare il perimetro del piano per distribuire le palazzine da realizzare su un’area più vasta, accolta in prima battuta, fu bocciata dal Comune nel 2012. L’area è dunque rimasta non edificata e, se il Tar respingerà il ricorso della Azzurra Costruzioni, dovrebbe restare tale anche in futuro.
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