REGGIO EMILIA – La Diocesi di Reggio e Guastalla non ha rinunciato ai diritti edificatori sull’area di via Francia, che scadono nel 2027. Un’area privata di quasi 50mila metri quadri, che vede proprio la Diocesi proprietaria della fetta più grande, sulla quale sono previste sei palazzine, uffici e negozi, oltre a un ampio parcheggio.
L’impressione è che il vescovo Massimo Camisasca, prossimo a lasciare l’incarico per raggiunti limiti di età, abbia tutta l’intenzione di passare la patata bollente, o eventuali decisioni impopolari, al suo successore. Il 5 febbraio scorso dichiarò, nel rispondere a una richiesta di chiarimenti di varie associazioni ecologiste: “Non esiste nessun progetto di costruzione, nessuna domanda di costruire, nessun tecnico incaricato della progettazione perché non è mai stata mia intenzione costruire alcunché”. Due mesi prima, il 6 dicembre, l’economo della Diocesi Gian Pietro Menozzi aveva escluso intenti speculativi, ma sottolineò che “eventuali rinunce e fuoriuscite dagli accordi sottoscritti riverbererebbero effetti negativi e danni economici definitivi a tutti i comproprietari che nell’area hanno investito i risparmi di una vita”.
Ampia è stata la sollevazione, cui si sono uniti anche sacerdoti e associazioni cattoliche.
Del tema si è parlato ieri in consiglio comunale, dove è stata discussa una interpellanza dei consiglieri Dario De Lucia (Gruppo Misto) e Fabiana Montanari (Pd). “Dalla risposta dell’assessore Pratissoli – scrivono – si capisce che non sono stati presentati permessi di costruire ad oggi, l’area di proprietà della Diocesi ha però diritti edificatori fino al 2027. Finché saremo consiglieri comunali (2024) terremo monitorata la situazione per evitare la costruzione di 87 appartamenti, un centro direzionale commerciale e parcheggi proprio di fronte al centro commerciale Conad Le Querce che svolge le stesse funzioni. Noi stiamo con le associazioni cattoliche e laiche che chiedono di evitare questo inutile consumo di suolo”.