REGGIO EMILIA – In tutto, 171mila interventi, tra cui 102mila pasti serviti, e 64mila notti di accoglienza per 124 nuclei famigliari. Numeri che emergono dal bilancio sociale della Caritas diocesana, dietro ai quali ci sono storie da un lato di fragilità e dall’altro di impegno nel promuovere la cultura della solidarietà, grazie ai 390 volontari e ai 30 dipendenti.
“Ne emerge una Caritas radicata sul territorio, con una presenza capillare della diocesi dove molte attività sono davvero diffuse attraverso i 50 centri di ascolto o le 58 strutture d’accoglienza, 36 delle quali sono nelle parrocchie – le parole del direttore, Andrea Gollini – Un lavoro sia per rispondere alle povertà più estreme, quelle delle persone senza fissa dimora che vediamo in città, ma anche per un lavoro di accompagnamento dei volontari, di supporto ai parroci che ci vede impegnati in attività di formazione, consulenza e sostegno economico: la Caritas ha donato alle parrocchie 125mila euro“.
Famiglie sempre più esposte al rischio di indebitamento e uomini soli: è qui che si manifesta la povertà sul nostro territorio. Le prime si rivolgono alle parrocchie, i secondi alla Caritas. La solitudine è un tratto trasversale: nel 64% dei casi, si è privi di una rete di relazioni. Il 70% degli uomini soli non è in carico ad alcun servizio istituzionale. “Papa Francesco ci ha detto: ‘Nessuno si salva da solo’. Anche questo bilancio ci ricorda che la nostra azione è poco e ha poco impatto se non è capace di mettersi in rete con altri e di valorizzare l’azione di altri”, ha concluso Gollini.
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