REGGIO EMILIA – Un edificio da costruire ex novo, nel campus San Lazzaro, necessario ad ospitare aule e laboratori per gli studenti di agraria e ingegneria. L’annuncio risale a cinque anni fa e il progetto era già stato previsto nel 2008. Il cantiere deve però ancora prendere il via nel terreno destinato all’opera, situato alle spalle del padiglione Buccola, dove ha sede il dipartimento di ingegneria, da tempo alle prese con un’organizzazione complicata della didattica, condizionata da una capienza di 1100 posti a disposizione di una popolazione di iscritti intorno a quota 1500 negli ultimi anni.
Già in epoca pre covid, nelle aule, con difficoltà riuscivano a seguire le lezioni le matricole dei primi anni di studi, quelli che solitamente sono i più partecipati. Si deve così all’obiettivo di evitare situazioni di affollamento, la decisione, presa un anno fa, di introdurre un tetto alle immatricolazioni di Ingegneria Meccatronica, limitandole a 200. Il risultato, non del tutto conseguenza del blocco imposto, è stato inaspettato quanto infausto. Da 160 i nuovi iscritti sono passati a 90.
Analogo, con un calo ancora più accentuato, è stato l’andamento dei nuovi iscritti di Scienze e Tecnologie Agrarie e degli Alimenti. Nell’aula più ampia del padiglione Besta, dove ha sede il corso, c’è spazio per cento persone. E cento è il numero chiuso che, sempre per la prima volta, è stato fissato, raccogliendo successivamente soltanto 25 immatricolazioni contro le 211 di un anno fa. Sempre presso il polo universitario dell’ex manicomio, sulla carta è rimasto il completamento della riqualificazione di villa Marchi. Prevede alloggi e un auditorium fruibile per le lezioni, anche da aspiranti ingegneri e agrari. Strutture, anche queste, che non saranno pronte prima del 2024.
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