MODENA – Mille e quarantanove si sono iscritti, buona parte dei quali puntuale all’appuntamento presso i varchi della Fiera con l’autocertificazione saldamente stretta nelle mani sanificate: sede inedita ma necessaria per i test di ammissione a medicina e odontoiatria, dato che gli spazi della facoltà di Medicina non sarebbero bastati a garantire il distanziamento. Qui invece i banchi sono distanti ben oltre il metro, e la prova si è regolarmente svolta con un sensibile aumento dei posti disponibili rispetto allo scorso anno, 180 per medicina-chirurgia e 20 per odontoiatria. “Impensabile invece” ribadiscono con fermezza, “accogliere la richiesta di eliminare il numero chiuso” per l’accesso alla prima parte del corso di studi in Medicina, “numero pianificato” viene ritenuta la definizione più corretta insistendo sul bisogno di garantire una formazione di qualità. Intanto qualcosa si muove, finalmente, sul vero collo d’imbuto della formazione medico-sanitaria: le borse di specialità per professioni che latitano sempre più, dalla medicina di base alla geriatria passando per l’anestesia e rianimazione, cruciale a maggior ragione perché gli anestesisti sono gli incaricati di intubare i pazienti. A UNIMORE però il primo sforzo è stato fatto.
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