
REGGIO EMILIA – Il tessuto economico reggiano, e non solo, non si arrende alla soppressione della sede reggiana dell’Agenzia delle Dogane. Il 9 febbraio scorso il sindaco di Reggio Luca Vecchi ha scritto una lettera al ministro dell’economia Giorgetti, al viceministro Leo e al titolare dei dicastero delle imprese e del Made in Italy, Urso, per evidenziare il ruolo strategico dell’ufficio in una provincia, la nostra, votata all’export; per esprimere forte preoccupazione e per chiedere un confronto urgente. Anche Unindustria, dopo un recente incontro tra Agenzia delle Dogane e sindacati, torna a chiedere un confronto. Lo fa tramite la presidente Roberta Anceschi: “Alla luce di un attento studio degli atti dell’incontro, abbiamo visto che nel documento che illustra gli schemi direzionali, aggiornato al 4 marzo, risulta che l’ufficio di Reggio Emilia sarà soppresso. Diversamente da quanto comunicato dai vertici delle Dogane alla stampa nelle scorse settimane, Reggio sarà sottoposta alla sede di Modena, su cui saranno convogliate tutte le attività di supporto ed indirette, oltre alla presenza del Dirigente con capacità decisionali. A Reggio Emilia rimarrebbe così solo una sede operativa depotenziata”.

Questa situazione allarma molto Unindustria Reggio Emilia, che rilancia: “Visto il rinvio della riforma al termine di una fase di sperimentazione di 4 mesi presso una Direzione Territoriale pilota, chiediamo un confronto tra il direttore delle Dogane Roberto Alesse e le rappresentanze imprenditoriali, istituzionali e politiche della nostra città e Regione, che ritengono questa riforma altamente penalizzante per un’area produttiva che contribuisce in maniera determinante al successo economico nazionale con dati di import ed export tra i più alti in Italia”.
“Considerato che si è ad oggi deciso per un rinvio della riforma, troviamo quanto meno necessario – aggiunge il sindaco Vecchi, in una nota a sostegno di Anceschi – un confronto in tempi stretti tra esponenti di governo, Agenzia e rappresentanze imprenditoriali, istituzionali e politiche della città e della Regione. Riteniamo infatti questa riforma altamente penalizzante per un’area produttiva che contribuisce in maniera determinante al successo economico nazionale”.

La politica si è mossa anche a Roma e in Regione. Accanto ad Anceschi e ad Unindustria ha preso posizione il deputato Pd Andrea Rossi, che ha definito “immotivata” la chiusura. “La sede reggiana è una delle più importanti d’Italia, sia in termini di tributi riscossi, sia in termini di volume di import/export a cui offre servizi. Sarà mantenuto un semplice ufficio di raccordo, ma privo di autonomia decisionale e organizzativa: questa grave mancanza andrebbe comunicata a quelle imprese che hanno scelto di insediarsi proprio a Reggio Emilia, in virtù dell’ottima condizione logistica e dell’efficienza della sede dell’Agenzia. Da parte nostra, non potrà mai mancare l’attenzione al tema, nelle settimane a venire, ai fini di comprendere meglio le ragioni della chiusura di un rilevante ufficio del nostro territorio. Non si tratta di mero campanilismo: in questo caso si tratta di un consistente danno alle imprese, e dobbiamo fare di tutto per scongiurarlo, per evitare disagi in un momento storico ed economico così complesso”.

Sempre nella giornata odierna la consigliera regionale Stefania Bondavalli (lista Bonaccini presidente), che ha espresso pieno sostegno alla richiesta di un incontro e alla posizione di Anceschi e di Unindustria. Bondavalli aveva già sottoposto la situazione all’attenzione della Giunta Regionale il 14 febbraio scorso, in un Question Time dedicato, incontrando il pieno sostegno da parte dell’assessore allo Sviluppo Economico, Vincenzo Colla, che confermò l’importanza dell’Ufficio delle dogane per il tessuto economico e industriale reggiano, aggiungendo di aver già sensibilizzato i Ministri competenti del Governo in merito al tema.

“Ritengo che questo confronto debba svolgersi in tempi rapidi, ancora di più alla luce della decisione di rinviare la riforma annunciata al termine di una fase sperimentale di 4 mesi – conclude Bondavalli – È essenziale, infatti, individuare una soluzione che eviti delle pericolose ricadute sulla piena operatività dell’Ufficio Dogane reggiano, con prevedibili ripercussioni negative sulle attività di import ed export dell’ambito produttivo del territorio”.
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